La chiesa e il convento di Santa Maria di Loreto

La nascita della chiesa e del convento di S. Maria di Loreto a Belluno si colloca all’interno di una vicenda millenaria che ha visto la vita religiosa cittadina arricchirsi via via grazie all’apporto della comunità Benedettina Cistercense di San Gervasio, nata mista nel 1212 poi solo femminile (e passata all’obbedienza Camaldolese nel 1573) mentre una piccola comunità cistercense maschile visse per un breve periodo a Santa Croce in Campestrino, l’attuale San Biagio. Quindi il secolo seguente arrivarono i Francescani che si installarono a San Pietro intorno al 1230, nel 1463 fu la volta dei Servi di Maria che eressero la chiesa e il convento di Santo Stefano e infine, tra il 1530 e il 1561 fu la volta dei Francescani Cappuccini. 

In città l’unica comunità religiosa femminile era quella di San Gervasio, finita sotto l’autorità, sempre più lontana, di un “abate commendatario”.  Serviva una realtà che fosse più saldamente legata alla città e alla chiesa locale.

Ci pensò il vescovo Alvise Lollino (1557-1625) che appena nominato vescovo di Belluno nel 1596, a 39 anni, iniziò subito a pensare come dare vita al progetto.  Nacque l’idea di una comunità femminile che seguisse la regola francescana, pur rimanendo svincolata dal Secondo Ordine; la comunità sarebbe stata posta sotto la diretta autorità vescovile; avrebbe accolto solo ragazze e donne bellunesi; avrebbe seguito un preciso equilibrio sociale nelle ammissioni, così da essere composta sempre da 8 nobili e 8 popolari (più numerose altre suore e professe “extranumerarie”).

L’assenso del Senato Veneto arrivò il 21 giugno del 1608. Il Doge Leonardo Donà lo sancì con una sua Ducale il 27 giugno dello stesso anno. L’assenso papale arrivò un anno più tardi, il 4 settembre 1609, e consentì di avviare la raccolta dei fondi necessari alla costruzione.

La prima pietra fu posta il 23 aprile del 1612 e la chiesa fu benedetta dal Canonico Amico Fulcis il 14 luglio del 1614 con la collocazione sotto l’altar maggiore delle reliquie di Sant’Aurelio arrivate da Roma. I rettori veneti Angelo Giustinian e Francesco Viaro finanziarono la realizzazione dei due altari laterali del 1523 e 1625 con le pale dipinte da Francesco Frigimelica il vecchio.

Poi, finalmente, il 16 giugno del 1634 fecero l loro ingresso le prime tre monache, cui si affiancarono le 16 “numerarie” (8 nobili e 8 popolari) più 5 soprannumerarie e alcune converse.

La chiesa fu solennemente consacrata il 15 settembre del 1641 dal vescovo Giovanni Tommaso Mallonio, il cui stemma è ancora presente sulla controfacciata.  Nel 1656 fu completato l’altar maggiore a spese del Vescovo Giulio Berlendis, mentre nel 1666 l’ammissione di quattro novizie soprannumeraire (che entravano pagando una dote monacare doppia) portò la cifra di 2.400 ducati d’oro, con cui venne realizzato il primo chiostro (oggi sede dell’istituto Catullo) mentre nel 1729 la dote di Camilla Fulcis (600 ducati a cui il padre Andrea ne aggiunse altri 12.000) consentì di costruire il secondo chiostro, corrispondente all’attuale sede dello opere parrocchiali.  Quando il convento venne soppresso in età napoleonica, e mai più ricostituito, divenne il primo “Ospizio” cioè la prima casa di riposo della città di Belluno, mentre la chiesa poté sopravvivere fino al 1950, quando venne modificata nelle forme attuali quando divenne parrocchia.

Marco Perale