Omelie
Omelia di don Attilio del 12 maggio 2024 - Ascensione del Signore
Il risorto, segnato dalle ferite della croce, torna presso il Padre. Ma la sua presenza resta. In altro modo, certo, forse nel modo che non avremmo voluto, che ci spinge alla fede.
L'ascensione non è un addio, ma un cambio di frequenza. Più alto, più profondo. E quella voce parla a me, come agli apostoli. Andate!
Il tempo della Chiesa: sono rimasti in undici. E sono spaesati e dubbiosi. Ma lo amano. Lo amano perché si sono scoperti amati. Non sono capaci, hanno tradito, rinnegato, sono scappati. Ma lo amano. E questo basta.
Andate ad annunciare: tocca a noi, ora. Affidare alle nostre fragili mani la più grande notizia della Storia. Chiedere alle nostre vite incoerenti di manifestare il vero volto di Dio. Chiedere alla Chiesa di costruire il Regno, chiedere a noi, stanchi e sfiduciati come tutti, segnati da rughe profonde in questo tempo di guerre e fragilità, in un futuro senza orizzonte, di incoraggiare e invitare ad alzare lo sguardo, a superare quella nube che ci impedisce di vedere.
Il Signore risorto è con noi, agisce insieme con noi, conferma il nostro annuncio fatto di Parola e di segni. Non siamo noi ad essere credibili, ma lui. Se lo lasciamo agire, se non ci arroghiamo il diritto di sapere, di orientare, di sapere, possiamo annunciare. Nonostante noi, nonostante i nostri limiti, Dio agisce attraverso di noi.
È ora di ascoltare il Signore. Di obbedire al Maestro. È ora di partire. Di lasciarci amare e di amare a nostra volta.
don Attilio Zanderigo