Omelie
Omelia di don Attilio del 31 marzo 2024 - Pasqua
Corrono, e prima arriva il discepolo che Gesù ama, tradizionalmente identificato con l'evangelista Giovanni. È più giovane, certo, ma è anche un modo delicato per dire che l'amore corre e arriva sempre prima. E trova dei piccoli segni. Il lenzuolo, le bende, il sudario.
Ma sono segni poveri quelli che indicano la verità della resurrezione. Nessun segno eclatante, perché la resurrezione è così: spinge a credere. Ma senza obbligare. La nostra vita è nascosta in Cristo, dice san Paolo.
Perché quella resurrezione ci ha illuminato, ci ha colmato. E cerchiamo le cose di Dio, per cambiare quelle sulla terra. Vivendo da risorti perché risorti con Cristo. Così inizia il nostro cammino di Pasqua, nonostante la paura che attanaglia le nostre vite, lo facciamo fiorire, diventa il luogo del nostro impegno, non del vagare.
Cinquanta giorni (dieci in più della quaresima!) per convertirci alla gioia. Per passare dalla visione crocefissa della fede ad una luminosa e gioiosa. Da una fede rassegnata e spenta, ad una fede forte e piena.
don Attilio Zanderigo