Omelie

Omelia di don Attilio del 28 gennaio 2024 - Tempo Ordinario IV

Gesù parla con autorevolezza, la folla è affascinata dal suo insegnamento così semplice e diretto. Gesù è riconosciuto autorevole perché parla per esperienza: il suo fecondo rapporto con il Padre gli permette di indicare una strada di autenticità che colpisce profondamente, ieri come oggi, chi ha il coraggio di ascoltarlo veramente.

Siamo invitati anche noi, nell'eccesso  di comunicazione che contraddistingue il nostro tempo, a fare ordine nelle troppe voci che sentiamo. Gesù parla dal profondo, parla con amore, mette l'uditore al centro del suo discorso perché davvero gli sta a cuore la salvezza e la felicità di chi accoglie la sua Parola.

Gesù può davvero dire una parola definitiva sull'uomo e su Dio e nel suo equilibrio, nel suo fascino, nella sua schietta  verità, nel suo amorevole desiderio di salvezza, possiamo trovare un punto fermo da cui partire per la nostra ricerca.

Dobbiamo essere realisti: nel troppo rumore diventa difficile udire l'impercettibile discorso di Dio, un Dio che - almeno lui! - non urla per farsi sentire ma ci invita, piuttosto, a rientrare in noi stessi.

Senza silenzio la nostra vita muore frastornata dai troppi rumori, senza interiorità finiamo col non sapere neppure noi quali idee abbiamo, senza spiritualità il mondo che ci circonda ci possiede, come l'indemoniato nella sinagoga: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».

È demoniaca una fede che tiene il Signore lontano dalla quotidianità; è demoniaca una fede che si ferma alle parole: il demone riconosce in Gesù il Santo di Dio ma non aderisce la suo vangelo. Che la nostra fede contagi la vita, che illumini le scelte e il quotidiano.

La Parola del Signore di cui ci nutriamo, insieme al pane eucaristico, ogni domenica, è una Parola autorevole, che ci spinge al cambiamento, che illumina i nostri passi. Restiamo sereni, noi discepoli del Signore: lui ci libera da ogni tentazione, strappa da noi la parte oscura e distruttiva che ci abita, scioglie il dubbio, ci spinge alla fiducia e all'abbandono.

Colui che solo ha una parola definitiva sulla storia ci rende liberi da ogni laccio per poterlo riconoscere come Maestro e Signore.

don Attilio Zanderigo