Omelie

Omelia di don Attilio del 21 gennaio 2024 - Tempo Ordinario III

Gesù osa. Esce e va a chiamare dei collaboratori. E che collaboratori! Noi. Li va a prendere ai bordi del lago, ai confini della terra di Israele. Li va a cercare in una terra abbandonata, periferica, disprezzata.

E cerca dei lavoratori, gente comune, non dei sacerdoti, non dei religiosi, non degli esperti in comunicazione, non degli influencer capaci di attrarre le folle. Li chiama senza merito, li chiama anche se non sono ancora discepoli, anche se non hanno fatto nessun corso di formazione, anche se non hanno preso nessun diploma da annunciatori, anche se ancora non credono.

Li chiama perché vuole loro e li va a prendere dove sono. Gesù si muove. Gesù agisce, li corteggia, li ama, li chiama. È lui il protagonista del racconto, è lui che ci viene a cercare.

Così come Dio chiama Giona, il più imperfetto e fragile fra i profeti, affatto virtuoso, per invitare gli abitanti di Ninive a cambiare atteggiamento. E i niniviti cambiano, forse perché vedono quell'invito rivoltogli da un uomo fragile come loro... Dio ha bisogno di noi  per annunciare al mondo la salvezza.

Non per salvare il mondo ma per vivere da salvato. Perché il mondo non sa di essere salvo. Nel piccolo, fragile mondo in cui viviamo Dio ci chiama a diventare suoi collaboratori.

Per seguirlo, però, bisogna osare. Bisogna lasciare le reti che spesso riassettiamo, cuciamo, ripariamo. Lasciare tutto ciò che ci lega, che ci rende schiavi: il giudizio degli altri, i sensi di colpa, il nostro narcisismo, l'immagine di noi stessi, le ansie da prestazione, i soldi, le relazioni famigliari possessive, l'apparire. Per diventare pescatori di umanità. Per tirare fuori tutta l'umanità che ci abita. E che abita gli altri attorno a noi.

Per immaginare il mondo come lo vede Dio, con un'umanità redenta, pacificata, dialogante, parte di un progetto. Così come sarebbe bello diventasse la Chiesa. Così come possiamo costruire la Chiesa. Con piccoli passi possibili.

Questo possiamo fare: diventare uomini e donne fino in fondo, abitati dal Vangelo e innamorati della vita. Sarebbe una splendida pubblicità per il Regno.

don Attilio Zanderigo