Omelie

Omelia di don Attilio del 17 dicembre 2023 - Avvento III

Giovanni riceve la visita degli inviati del Sinedrio che si interrogano, loro, i detentori del potere a proposito di questo strano personaggio che non si spaventa neppure di fronte alle autorità religiose, che non ne enfatizza il ruolo, che tira diritto per la sua strada.

«Chi sei?», chiedono. Giovanni è chiaro: lui non è il Cristo. Potrebbe pensarlo: gli altri lo pensano di lui. Potrebbe approfittarne, cedere alla più subdola delle tentazioni, quella dell’ onnipotenza. No, dice Giovanni, lui non si prende per Dio. Anche lui, come i penitenti, ne è  alla ricerca.

Giovanni ci ammonisce: solo riconoscendo il nostro limite, possiamo diventare liberi per accogliere il Signore che nasce. Solo riconoscendo che non abbiamo in noi tutte le risposte, possiamo metterci alla ricerca. Solo entrando nel profondo di noi stessi possiamo trovare la nostra vera identità in Dio.

«Chi sei, allora?». Chi siamo, allora? Nella nostra società si dice: sei ciò che produci, sei ciò che appari, sei ciò che guadagni, sei ciò che conti. Giovanni sa che non è così, che è illusoria e menzognera questa logica, che, mai, siamo ciò che possediamo o facciamo. Giovanni ha riflettuto e ha capito, l'attesa di un messia ha creato dentro di lui uno spazio che saprà riconoscerlo e riconoscersi.

«Chi sei, allora?». Egli è voce. Voce, voce prestata ad una Parola.

Dio ci svela cosa siamo in profondità. Tu chi sei? Tu cosa sei? Cosa dici di te stesso? Il Vangelo ci svela un Dio che ci aiuta a cogliere la verità di noi stessi. Solo il mio vero io, incontra il vero Dio. È tempo di fare verità in noi stessi. Di non farci definire dagli altri. O dalle nostra paure, ma dal nostro desiderio, quello che abbiamo nel cuore.

don Attilio Zanderigo