Omelie
Omelia di don Attilio del 9 aprile 2023 - Pasqua di Resurrezione
Il mattino di Pasqua, gli apostoli rimangono interdetti alle parole delle donne che raccontano del sepolcro vuoto, della pietra rotolata via, dell’apparizione e delle parole degli angeli. Tutto questo sembra loro come un vaneggiamento.
Poi Gesù appare loro, ma essi credono di vedere un fantasma. Allora il Signore, per farsi riconoscere, dice: Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Il primo segno attraverso cui il Risorto si fa riconoscere sono le ferite subite durante la Passione.
Ciò significa innanzitutto che esse non sono scomparse. Sono rimaste, ma non sono più causa di sofferenza e di morte. Rappresentano la continuità con tutto ciò che Gesù aveva vissuto e sofferto precedentemente. La sofferenza non è stata cancellata, ma trasfigurata. Soprattutto: essa non è stata inutile, ma ha costituito la porta attraverso la quale è entrata nel mondo la vita che non finisce.
Era necessario che il Cristo fosse consegnato nelle mani dei peccatori e fosse crocifisso, per poter risorgere il terzo giorno. Il giorno di Pasqua è il giorno della gioia. Il mistero della Pasqua entra realmente nella nostra vita, abbracciandola tutta, abbracciando le nostre ferite e trasfigurandole. La luce di questo giorno ci renda lieti e forti nella speranza, ardenti nella carità, certi nella fede e fiduciosi nel futuro.
don Attilio Zanderigo