Omelie

Omelia di don Attilio del 22 maggio 2022 - Pasqua VI

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“Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre lo amerà e noi verremo a Lui e faremo dimora presso di Lui“.

Ciascuno di noi, come discepolo di Cristo, è tempio vivo di Dio. Gesù non è venuto per portarci in un tempio, anche se non voleva rinnegare la funzione del tempio, ma è venuto per portare il tempio di Dio dentro di noi. È una Parola, questa, che dovrebbe inondarci di stupore, di gratitudine immensa: noi siamo la dimora di Dio e questo  è il dono più grande.

Noi siamo tutti mendicanti di grazie e per questo cerchiamo i santuari di quei santi, come sant’Antonio e san Pio da Pietrelcina, che maggiormente «fanno le grazie». Ma la prima delle grazie è la grazia di Dio nel nostro cuore.

Come discepoli di Cristo, siamo distratti dalle preoccupazioni e da altri interessi e non siamo capaci di scendere in noi stessi, per godere di quella pace che nasce dalla presenza dell’amore di Dio nella nostra vita. Dovrebbe bastare, a rincuoraci in ogni situazione, l’insegnamento che Gesù ci ha lasciato.  

Per questo il Signore ci promette lo Spirito il quale, come consolatore, ha il compito di far riecheggiare le parole del Vangelo come fossero sempre nuove, sempre sorprendenti e sempre creative. Oggi è la parola pace che lo Spirito vuole farci riscoprire in tutta la sua forza e la sua dolcezza. Perché la pace di Gesù non è quella passiva tranquillità che tante volte andiamo cercando.

È una pace che viene data a tutti coloro che cercano, che non vivono rassegnati, che non  fuggono  dai problemi, ma li affrontano sostenuti dalla fiduciosa certezza che Dio ci ama tanto da porre la sua dimora dentro di noi.

don Attilio Zanderigo