Omelie

Omelia di don Attilio del 15 maggio 2022 - Pasqua V

  • Stampa

“Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri".

Qui c’è qualcuno che comanda di amarci gli uni gli altri. Comanda di amare. Queste due parole, comandare e amare sembrano essere una contraddizione. Come è possibile infatti fare dell’amore un comandamento? 

Siamo nelle ore che precedono l’arresto di Gesù, durante l’ultima cena. Gesù sapendo di essere di fronte alla morte, lascia agli amici ciò che ha di più caro: non beni e ricchezze materiali, ma la cosa di cui trabocca il suo cuore: l’amore. "Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri.

In che senso è nuovo questo comandamento “amatevi gli uni gli altri”? Lo si trovava già espresso in epoche precedenti, sia nell’Antico Testamento (ama il prossimo tuo come te stesso) ed anche in alcuni filosofi greci, come Platone. Inoltre anche gli altri vangeli parlano di questo amore come il comandamento più importante, il primo di tutti: amare Dio... e il prossimo.   

Allora perché nuovo? In che cosa si distingue?

Nuovo prima di tutto perché adesso viene data una misura diversa: non più "ama gli altri come ami te stesso", ma ama gli altri come Gesù ha amato te e gli altri. La norma dell’ amore ora è Gesù; è lui la misura dell’ amore. Un amore senza misura. 

Ad essere nuova però non è soltanto la misura, ma anche la natura, la qualità  dell’amore. L’amore con cui Gesù ama è di una qualità speciale. Che tipo di amore è? E’ un amore provato dal tradimento, ferito dalla sfiducia, un amore che culmina nel perdono e nella comunione ritrovata. Non è  un caso che il momento in cui Gesù consegna il comandamento dell’amore sia lo stesso in cui Giuda lascia il cenacolo per andare a vendere il suo maestro. L’amore che Gesù incarna è il segno della comunione in mezzo al tradimento e alle difficoltà, è questo stesso amore che Gesù ci chiede di vivere.

Come io vi ho amato: questo come esprime la stessa intensità con cui io vi amo. Poiché io vi ho amato: si indica perciò anche il motivo e la fonte dell’amore, da che parte viene, chi è l’iniziatore. L'amore che muove la nostra vita è anzitutto un amore ricevuto, accolto.

Tutti ci rendiamo conto che in ogni esistenza e in ogni vita c’è un mistero: il mistero dello scoprirsi preceduti dall’amore! Amiamo, ci amiamo, perché siamo amati. Ci possiamo amare ed accogliere perché  lui per primo ci ha amati e ci ama. 

don Attilio Zanderigo