Omelie
Omelia di don Attilio del 1° maggio 2022 - Pasqua III
"Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade". Gesù è risorto, ma Pietro è rimasto in quel cortile. A quel tradimento. Ha toccato con mano quanto è distante dalle fede, altro che roccia.
Pietro crede, certo. Ma la sua fede non riesce a superare il suo fallimento. Non basta avere conosciuto il Signore per avere una vita nuova, spesso ci vincono scoraggiamento e paura.
Gesù aspetta Pietro alla fine della notte. Gesù ci aspetta sempre alla fine della notte. Il clima è pesante. Nessuno fiata mentre riassettano le reti. "Riprendete il largo e gettate le reti", dice lo sconosciuto che si è avvicinato. Le stesse parole pronunciate da Gesù, tre anni prima. Nessuno fiata, riprendono il largo, gettano le reti e accade.
Si avvicinano, nessuno fiata. Sanno che è lui. Non osano dirlo, non osano pensarlo, ma lo sanno. Gesù chiede di andare a prendere del pesce che hanno appena pescato. Li vuole coinvolgere, non fa tutto lui, li incoraggia a fidarsi di loro stessi.
Gesù mangia con loro poi prende da parte Pietro. L'ultima volta che si erano visti era stato al sinedrio. "Mi ami, Simone?" A Gesù non importa nulla della fragilità di Pietro, né del suo tradimento, non gli importa se non è all'altezza, non gli importa se non sarà capace. Chiede a Pietro solo di amarlo come riesce. Gesù chiede a noi di amarlo come ci riesce.
don Attilio Zanderigo