Omelie

Omelia di don Attilio del 17 aprile 2022 - Pasqua

“Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto”.

Vanno al sepolcro portando gli aromi per compiere ciò che due giorni prima non erano riuscite a fare. Lo hanno sepolto in fretta: già era comparsa la prima stella della notte nella vigilia di quel sabato, che in quell'anno coincideva con la Pasqua ebraica. Il loro cuore è più pesante della pietra che è stata messa a proteggere il cadavere del Maestro. È tutto difficile. Come dopo due anni di pandemia piombare nella paura di una guerra, da paura a paura.

I discepoli si sentono come ci sentiamo noi, esausti, consumati, sfiduciati. Ma quando arrivano, la pietra è ribaltata e la tomba è vuota. Ci sono due uomini, sono sfolgoranti, dal cuore ardente.

Alziamo lo sguardo. Accogliamo l'annuncio. Gesù è risorto. Io vedo, Signore. Vedo una tomba vuota. E ascolto il racconto di Pietro. E di Maria e delle donne. E ricordo le tue parole. Vedo dei segni perché, come l'amore, come il bene, come il bello, solo i segni ci portano a ciò che va oltre.

E credo. Credo che sei vivo, che sei vivente, che sei qui con noi, ora, oggi, risorto e per sempre. Auguri, buona Pasqua.

don Attilio Zanderigo