Omelie
Omelia di don Attilio del 10 aprile 2022 - Domenica delle Palme
“Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto”. È la domenica della passione, quella di Gesù per noi. È il Figlio di Dio che svela nella sua umanità crocifissa il vero Volto di Dio.
Lui straziato, scarnificato, è la rivelazione più vera del Volto di Dio. Quell’uomo appeso alla Croce, abbandonato e tradito è il nostro Dio. Un Dio che non toglie il dolore ma lo condivide, che non ci salva dalla morte ma nella morte, che perdona e persino giustifica i suoi assassini, che muore abbandonato da tutti i suoi amici, che nella solitudine più totale e straziante non maledice ma consegna il suo spirito al Padre.
La croce è la grande icona del credente e dalla quale non dovremmo mai staccare lo sguardo. Lo sguardo del cuore. L’inizio della conversione.
Troviamo che sul Calvario ci sono altri sguardi: lo sguardo dei capi, lo sguardo dei militari, lo sguardo dell’altro malfattore, sguardi che non colgono più niente, che non vedono Dio. C’è la pretesa di giudicare secondo la logica del mondo, ma non capiscono niente. Non fanno che ripetere “salva te stesso”, urlandolo sotto la croce, la logica del confidare in se stessi, la logica di chi detiene il potere, dei violenti. Salva te stesso se hai dignità; se vuoi contare, se vuoi essere utile scendi dalla croce e salva te stesso.
E Gesù rimane sulla croce e sceglie di perdere la vita. E la sfida è la stoltezza della croce. È la vittoria della croce. Chi va a contemplarlo con occhi nuovi, purificati, intuisce che quella croce è l’annullamento della distanza fra Dio e l’uomo. Anche se sei un malfattore puoi chiamare Gesù. Sì. Gesù, ricordati di me. E Dio si ricorda e salva noi: non salva se stesso.
don Attilio Zanderigo