Omelie

Omelia di don Attilio del 6 febbraio 2022 - Tempo Ordinario V

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“Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. 

Mentre parla, Gesù vede quelle persone che stanno riassettando le reti. Sono stanchi e delusi vedendo le ceste  vuote.  E Gesù decide di coinvolgerli. Domanda di usare la loro barca. Gesù prega Simone. È gentile. Rispetta il suo dispiacere. Non irrompe nella sua vita. Sa che in certi momenti della vita le parole hanno un peso. Così fa con noi, il Signore. Ci raggiunge alla fine della notte. Quando le ceste sono vuote. E davanti abbiamo ancora una lunghissima giornata da portare a termine. 

Sale sulla barca colma di fallimenti, di giudizi negativi, di peccato, di delusione, di amarezza. Con garbo  invita a scostarci dalla secca. Quella minima distanza necessaria per poter sentire le sue parole divine e non il sordo brusio del nostro scoraggiamento e delle nostre lamentele. Poi, quando Pietro comincia a fidarsi, osa. Prendi il largo. Non ne hai la forza. Forse non lo vuoi nemmeno. Ma l'invito è troppo gentile. Sulla tua parola. Perché le tue parole mi hanno toccato. Pescano e la pesca è inattesa e sovrabbondante.

Pietro è preso dallo stupore, lui e gli altri, Gesù ha chiesto una barca vuota. La restituisce colma. Anche il cuore di Pietro è colmo. Dunque è così? Dio domanda di aiutarlo. Anche quando sei sfinito,  demotivato, arrabbiato. Anche quando non hai più né forza né desiderio.

Gesù ha visto il  volto di Pietro. Ha visto il suo limite. Ma non si è fermato. Pietro ora si inginocchia. Allontanati da me, sono un peccatore. Sì, è vero che Pietro  è un peccatore, ma il suo limite non può limitare il Signore. Siamo noi che vorremo essere  perfetti. Siamo noi che vorremmo essere immacolati. Sempre in forma.. Sempre esemplari.

Al Signore serve la nostra disponibilità. Sì, il Signore ha bisogno di me. Si il Signore ha bisogno di ciascuno di noi.

don Attilio Zanderigo