Omelie

Omelia di don Rinaldo del 21 febbraio 2021 - Quaresima I (Anno B)

Dopo il terrificante diluvio che colpì la terra allora conosciuta, Dio fece una solenne promessa, che tutt’ora regge. Disse a Noè: “Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, Io sarò il Dio della pace”. Dio sceglie anche il ‘logo’ a tutti visibile e che compare dopo la pioggia: l’arcobaleno appeso sulle nubi del cielo.

Perché il suo proposito possa realizzarsi, Dio chiede che la controparte, l’uomo, a sua volta, sieda al tavolo della trattativa. Noè, da capostipite della nuova umanità, firmò l’alleanza con Dio. Da quell’istante, ufficialmente, Dio è e sarà in pace con l’uomo.

Come rispose l’umanità? La carta costituzionale non fa una grinza. Ma non basta una carta firmata e sancita con il sangue di uno o più animali per avere la pace vera. La pace si costruisce giorno per giorno, con l’obbedienza alla carta costituzionale da parte di tutti i contraenti.

Purtroppo la risposta delle varie realtà umane si è rivelata quanto mai deludente. Noi cristiani non possiamo rassegnarci alla sconfitta della pace. All’inizio della quaresima non possiamo non fare un esame di coscienza e chiederci se siamo persone di pace effettiva con noi stessi, entro casa nostra, in Città, nella comunità, nel posto di lavoro, nello svago, nella salute come nella malattia, o se facciamo belle prediche sugli altri, poi, personalmente, non sappiamo fare il digiuno dell’ira, della discordia, del pettegolezzo, della mormorazione, del sospetto, della calunnia, della critica per la critica, seminando pessimismo, cogliendo sempre e solo quello che non va negli altri: persone, istituzioni, Chiesa ecc.

Sono le tentazioni che Gesù ha voluto sperimentare per quaranta giorni e quaranta notti, cioè per un’eternità. Volle subirle non nel benessere, ma nel disagio del digiuno, della preghiera e della solitudine. Volle subire e affrontare a viso aperto tutte le tentazioni. Gesù è lì, solo. Ma Gesù è l’uomo, è tutta l’umanità. È con tutti i tentati. Tutti ci sentì presenti in quei lunghissimi giorni. Per tutti si lasciò tentare. Alla fine, non per sé, ma per quel ‘noi’ che ha voluto assumere su di sé, disse a Satana, la personificazione di tutte le tentazioni: “Non ti servirò. Vattene. Adora anche tu il solo, l’unico, il vero Dio”.

Vogliamo vivere senza tentazioni? Impossibile! Senza la tentazione non siamo liberi di scegliere tra guerra e pace.

Vogliamo essere costruttori di pace? Lo vogliamo! Ma non da soli. Gesù non è forse il Dio-con-noi? Nella tentazione, diciamogli: “Non abbandonarci! Vieni Signore Gesù!”.

don Rinaldo Sommacal