Omelie

Omelia di don Rinaldo del 31 gennaio 2021 - Tempo Ordinario IV (Anno B)

Mosè, rivolto al popolo, disse: “Avrai quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, il giorno dell’assemblea…” Cosa aveva chiesto il popolo alle falde del Sinai? Di non vedere direttamente Dio, per non morire di spavento.

Il giuramento di Dio si realizzò, gradatamente attraverso numerosi profeti durante la prima alleanza ed alla fine per mezzo di Gesù. Gesù: tutti potevano guardarlo, ma senza rimanerne accecati.

Stupirono i suoi paesani quando nella sinagoga di Nazaret Gesù prese la parola e cominciò ad insegnare. Dissero in coro i presenti: “Insegna come uno che ha autorità”. La Parola di Dio, incarnata in Cristo, è onnipotente, riempie il cielo e la terra, poiché tutto ha creato e tutto sostiene.

Il posseduto da uno spirito impuro, presente nella sinagoga di Nazaret, cominciò ad agitarsi e, rivolto a Gesù, gridò: “Sei venuto a rovinarci”. Che Gesù sia la Parola di Dio incarnata, che abbia ogni potere in cielo e sulla terra, che gli inferi lo temano e rimangano nettamente sconfitti, è verità da noi ben nota.Lo affermiamo solennemente anche oggi.

Ma quello che vorrei sottolineare, tornando al brano del Deuteronomio, è il potere che Dio, non per necessità, ma liberamente e per sublime benevolenza, concede a noi qui riuniti. 

Dice Deuteronomio: “Avrai quanto hai chiesto al Signore il giorno dell’assemblea”. Già nella prima Alleanza viene sottolineato il potere soprannaturale dell’assemblea liturgica. Quando una comunità si riunisce nel nome del Signore, il Signore assicura di essere presente.

Gesù, nella nuova alleanza, sancisce questa verità dicendo: “Quando due o più si riuniscono nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Ancora Gesù. “Qualunque cosa chiederete nel mio nome al Padre mio, egli ve la concederà”. Sappiamo cosa significa quel ‘qualunque cosa’? Non si tratta di domande stolte o negative, ma di richieste di grazie che siano conformi alla volontà di Dio e non alla volontà bacata del nostro egoismo.

Ribadito questo, resta da meditare con stupore e riscoprire, rivivendolo con efficacia, il potere soprannaturale che hanno le nostre assemblee liturgiche, se vere! Ci lasciamo convocare da Dio ogni domenica non per pagargli una specie di dazio o per sottometterci ad una legge di obbedienza, ma per cenare con Lui, per condividere la mensa della sua Parola, del pane e del vino Eucaristici, così da diventare anche noi parola viva ed efficace, cibo di vita per noi e per tutti.

Ed ora una doverosa verifica: chi di noi è arrivato a capire il valore divino delle nostre assemblee liturgiche? Chi è convinto di fare, qui e ora, un corpo solo con Cristo e, attraverso Cristo, con tutti quelli che sono qui presenti e oranti? Chi ha il coraggio di confidare a questa assemblea tutti i suoi legittimi bisogni ed ha la generosità di fare suoi i problemi esistenziali degli altri? Questo, non per soccombere, bensì per scoprire che, in Cristo, abbiamo il potere di chiedere a Dio e di sentire Dio che dice: “Lo voglio!”.

Chissà quanti mali serpeggiano anche tra noi a causa della nostra poca fede e quindi dell’insufficiente coraggio di chiedere, quando siamo qui, tutti uniti non solo fisicamente, ma misticamente in Cristo. Si realizzerebbe il desiderio dell’apostolo Paolo che ci scrive: “Vorrei che foste senza preoccupazioni”.

don Rinaldo Sommacal