Omelie

Omelia di don Rinaldo del 24 gennaio 2021 - Tempo Ordinario III (Anno B)

Il profeta Giona, per paura, tradisce la sua missione e fugge. Questa sua colpa ce lo rende particolarmente amico, perché ci assomiglia; perché gli assomigliamo. Dio (è il caso di dirlo) lo ripescò. Giona alla fine obbedì e fu premiato con strepitosi risultati. Gli ordinò il Signore: “Alzati, va a Ninive”. 

“Alzati”. È un ordine sempre attuale di Dio, che rende vigili, che indica il cammino, che invia a predicare la buona novella. Noi, come Giona, siamo in Dio e, con il battesimo, Gesù ci ha resi partecipi della sua Parola, per cui, per nostra natura siamo sempre una viva Parola di Dio in missione, siamo profetici. Quell’“alzati”, un giorno rivolto a Giona, oggi è detto a noi. 

Giona resistette e Ninive cadde in una profonda crisi di valori. Se noi fuggiamo, il male avanza. “Va a Ninive” ingiunse di nuovo Dio a Giona, dopo la fuga. Giona finalmente obbedì e l’impossibile avvenne. La fede nel Dio di Abramo e in Gesù Cristo, il figlio del Dio di Abramo, sostanzialmente si può riassumere in quel “và”.

Gesù spesso usa i due verbi del movimento: “Venite! Andate!”. La fede cristiana è un venire a Cristo ed è un portare Cristo. Giona, anziché andare a Ninive, preferì fuggire, ma poi si ravvide, pianse il suo peccato, si affidò alla forza della Parola di Dio che era entrata in lui ed andò nel cuore della città corrotta di Ninive. Dio arrivò a Ninive per mezzo di Giona. 

Ma Giona fu sorretto da Dio. Questo dobbiamo sempre rammentare: che Dio ha bisogno di noi e, se noi lo portiamo agli altri, Egli stesso ci suggerisce quello che dobbiamo dire e fare. Giona è il modello di ogni cristiano. Ninive è la terra che ognuno di noi calpesta, in primo luogo è la famiglia, è la comunità entro alla quale viviamo.

Nulla di straordinario. È solo prendere coscienza che ogni nostro modo di essere e di fare può diventare una efficace predicazione. Dio non ci chiede di portare Cristo al mondo con la forza delle armi, con le scomuniche, con le minacce, organizzando crociate… Il nostro stile deve essere quello materno, paterno, fraterno: chi più di un genitore ama il figlio ed a lui si dona? Chi più di un fratello ama il fratello, fino a morire per lui? L’amore, che è condivisione nelle gioie, si fa sacrificio, esempio, tolleranza, consiglio, correzione, perdono, pazienza e perseveranza allorché uno della famiglia cade nell’errore o, peggio, in uno degli stadi del degrado umano.

“Il tempo si è fatto breve” incalza l’apostolo Paolo. Usciamo dall’inverno delle nostre pigrizie o paure e diciamo a tutti che Dio c’è, che Dio ci ama e che, convertirci a lui, è gioia grande. Oggi Giona è ognuno di noi. I primi, che trovò disponibili, Gesù li chiamò e li inviò nel mondo intero a predicare la buona novella. 

Così ha fatto in ogni tempo. Così fa anche oggi. Giovani, ascoltate Gesù che sicuramente vi chiama. Adulti, siate il Gesù che chiama. Anziani, mostrate, con il vostro sorriso, che Gesù è il futuro vittorioso del mondo.

don Rinaldo Sommacal