Omelie

Omelia di don Rinaldo del 6 gennaio 2021 - Epifania (Anno B)

Epifania. Lo dice il nome stesso: “manifestazione”. Succede quando ciò che era nascosto, viene alla luce; quando ciò che non si sapeva, lo si sa; quando, ciò che doveva essere svelato, ora splende davanti a tutti.

Oggi celebriamo l’Epifania di Gesù, cioè la sua manifestazione pubblica. All’anagrafe quel bambino era censito come Gesù di Nazareth. Di Gesù si conosceva solo ciò che si vedeva di lui. Ma Gesù era ben di più di quello che appariva. Il suo corpo visibile celava la sua vera identità. L’identità di Gesù è quella di essere vero Dio e vero uomo. Due nature: la divina e l’umana, unite nell’unica ed eterna persona divina, la seconda persona della Santissima Trinità.

Epifania classica, quella che vede la carovana dei Magi muoversi verso Betlemme, guidati dalla stella. In questa ricerca del ‘Re dei Giudei’, come annunciavano misteriose rivelazioni presenti in tutti i popoli della terra, segno di profezie inviate a tutti da parte di Dio, vogliamo evidenziare, dalla narrazione dell’odierna pagina evangelica, qualcosa che ci possa far riscoprire e godere esperienze vissute chissà da quanti lungo i secoli e scolpite nella nostra immaginazione.

Mi pare di poter scorgere un filone invisibile che tutto muove e porta a sicuro successo. L’idea guida che sento presente nel racconto dei Magi è questa: l’uomo ha una insaziabile sete della verità che non può non farlo risalire alla sorgente di ogni verità. Il ‘dov’è che è nato il re dei giudei’ lo traduco: ‘dov’è il Dio che si è fatto visibile per noi, per permettere a noi di conoscerlo, amarlo, adorarlo, servirlo su questa terra, per poi essere eternamente con lui nel suo regno?’.

I Magi vengono dalla tradizione chiamati: Baldassare, Gaspare e Melchiorre. In Baldassare vorrei vedere incarnata la sete dell’uomo di conoscere se stesso. Una sete sentita fino alla sofferenza, che risponde alla domanda: “Ma chi sono io? Perché esisto e so di esistere? Perché rispetto agli altri esseri, anche più perfetti di me come sensi e memoria, io ragiono ed ho sete di eternità e loro no? Chi sono io che ho capacità enormi di pensiero, di progettazione, di azione? Chi sono io che posso costruire cose meravigliose, inventare, far progredire, ma anche distruggere, odiare, uccidere? Di domanda in domanda, Baldassare arrivò alle porte della risposta. Cercando, arrivò a Betlemme e si sentì dire: ‘O uomo, tu sei così, perché così ti ha fatto Colui che da nessuno è stato fatto. Adoralo, ringrazialo, ubbidisciGli’.

In Gaspare vorrei vedere operante la domanda: “Posso io, uomo assetato di verità, vederla la Verità increata, io che vedo solo con gli occhi del corpo? Potrò vedere Dio o è presunzione?”. A Betlemme gli risponde Gesù: “La verità si è fatta carne. Tu l’hai davanti a te. Chi vede me, vede il Padre”.

Allora, a nome di chi cerca, Melchiorre azzarda: “Posso essere come Dio?” E Gesù: “Con me, sì”. Chi trova Gesù, scopre la nuova strada da percorrere: la fede.

don Rinaldo Sommacal