Omelie

Omelia di don Attilio del 26 dicembre 2021 - Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

“I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua”. La Chiesa ha voluto che questa prima domenica dopo il Natale ci immergesse nella vita della sacra Famiglia.

Nazareth è stata una casa importante per lui, il luogo dove ha posto le fondamenta dei tre anni di missione in Palestina. Cosa ci insegna la sacra Famiglia? 

Innanzitutto ci insegna l’importanza del padre e della madre per la crescita e l’educazione dei figli. Anche il Figlio di Dio ha avuto bisogno di una famiglia, formata da un padre e una madre. I figli hanno diritto di trovare un padre e una madre, a cui guardare, da cui imparare le prime parole e i primi passi della vita. Un uomo e una donna. Nessuna legge umana può cancellare questo dato della natura.

Oggi, si vorrebbe cancellare la distinzione tra maschi e femmine. Insegna Benedetto XVI: “Se non esiste la dualità di maschio e femmina come dato della creazione, allora non esiste neppure più la famiglia come realtà prestabilita dalla creazione”. Il padre e la madre non sono chiamati semplicemente a mettere al mondo dei figli. Sono chiamati ad educare, cioè a introdurre il figlio nella vita. È necessario prenderlo per mano e condurlo a incontrare le cose e le persone.  

La realtà fondamentale della  famiglia di Nazareth è l’amore reciproco di Maria e Giuseppe. L’amore di Giuseppe e Maria ha dovuto affrontare grandi difficoltà a Nazareth, a Betlemme, in Egitto… ma ha sempre superato tutto, perché si affidava al Padre. Impariamo anche noi che la fedeltà è possibile se, pregando, la domandiamo al Signore. L’amore nella prova si rinnova, si approfondisce e può vincere il tempo.

La casa di Nazareth ci insegna a scoprire le cose essenziali che rendono bella e forte la vita: l’amore per i rapporti autentici, per la semplicità, la sincerità, il sacrificio, la laboriosità. Essa indica la strada a noi che vogliamo imparare a vivere sulla terra nella continua ricerca dei beni che non passano.

don Attilio Zanderigo