Omelie

Omelia di don Attilio del 28 novembre 2021 - Avvento I

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“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando”. 

Comincia un nuovo anno liturgico, “anno della divina grazia”. Una volta il Verbo è venuto e si è fatto carne dando compimento all’attesa d’Israele, oggi il Verbo viene come sacramento universale di salvezza nella Chiesa, nell’Eucarestia, nella Parola letta e pregata alla luce dello Spirito e alla fine verrà Pastore e giudice.

Sarebbe riduttivo parlare dell’Avvento solamente come periodo di attesa del Natale, perché il tema dell’andare incontro al Signore, che si fa vicino all’uomo, è una delle questioni principali della fede cristiana. Il cammino cristiano è tutto rivolto a saper cogliere la novità di Dio e per questo è necessario saper vivere “attendendo”. Occorre saper vigilare, come più volte Gesù ricorda nelle parabole, perché il Signore arriva come un ladro di notte o come una persona che ritorna per vedere che fine hanno fatto i suoi beni affidati ai servi. Il tema dell’Avvento rimette l’attenzione su una questione di stile, su una costante della vita cristiana. Attendere è faticoso e si può facilmente rischiare di “abbassare la guardia” cioè la qualità della vita di fede. Bisogna dunque andare incontro al Signore, rinnovando l’atteggiamento di ascolto e di fiducia, riaccendendo l’entusiasmo della carità.

In particolare la prima domenica d’Avvento invita a rinnovare la fede, cioè la fiducia nel compimento delle promesse di Dio; la speranza viene presentata come la virtù che bisogna sempre nutrire anche di fronte a eventi catastrofici e contraddittori: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.  Vigilare vuol dire lottare contro l’angoscia, non cadere nello smarrimento, non perdere la bussola della vita, non essere spiazzati dagli eventi. Vuol dire trovare la forza e il coraggio necessari per impedire alla paura di paralizzarci. La vigilanza impedisce l’appesantimento del cuore.

Gesù ci chiede di verificare la frequenza e la qualità della nostra preghiera, perché alla preghiera è connessa la fede e di conseguenza  la qualità della vita. 

don Attilio Zanderigo