“Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". 

Sono tanti i comandamenti, troppi. La norma è la forma dell'amore. È l'abito del bene. È l'allenamento del buono e del bello. Allora sì, mi fido, seguo le indicazioni.

Al tempo di Gesù, invece, si era entrati nel dettaglio. Quasi come se fosse più importante la lunghezza del laccio delle scarpe piuttosto della consapevolezza del cammino da fare. Allora, certo, districarsi in una selva di oltre seicento norme era essenziale. E lo scriba, che sa, che conosce, ammette di non sapere. Bello questo. Ha studiato tanto e, finalmente ha capito di non capire.

La risposta di Gesù è quella data da altri famosi rabbini. Come riassumere tutti i comandamenti in uno solo? Fatti amare da Dio che ti ama. Amalo al meglio delle tue capacità, con forza, impegno, intelligenza. Ama te stesso perché ti vedi come Dio già ti vede. Ama il tuo prossimo con l'amore divino che trabocca dal tuo cuore. Ama e basta. Come fa il Signore.

Allora ogni scelta, ogni percorso, darà volto a questo amore. E il cammino che faticosamente stiamo iniziando, un cammino sinodale che vorrebbe scuotere e incoraggiare, semplificare e rianimare, potrebbe avere nel cuore e nello sguardo questa semplice verità: Dio ha a che fare con l'amore. E dobbiamo  raccontarlo ai tanti smarriti che abitano accanto a noi.

Sappiti amato. Lasciati amare. Scegli di amare. Sappiti amato, senza condizioni: perciò puoi cambiare e volare, libero, sopra le piccinerie della vita. Ammirato dal Signore.

Si sente sollevato da quella risposta, preoccupato da quella selva di comandamenti, da quel giudizio continuamente in agguato. Pieno di scrupoli e sensi di colpa, la vera tentazione per ogni credente, viene liberato da un peso. Si illumina. Gesù ha parlato con verità. Amare vale più di tutti i riti, le regole, le organizzazioni, i culti che possiamo fare. Più di tutto. 

don Attilio Zanderigo