Omelie

Omelia di don Attilio del 26 settembre 2021 - Tempo Ordinario XXVI

“Maestro, abbiamo visto uno che scaccia demoni nel nome tuo, uno che non è nostro seguace, e abbiamo tentato di impedirglielo”. Maestro, quell'uomo non è dei nostri. E a capo dell'operazione c'è Giovanni, il discepolo amato, ma che  ha ancora un cuore piccolo, morso dalla gelosia.

“Non ti è lecito rendere migliore il mondo se non sei dei nostri!”. La forma prima della sostanza, l'iscrizione al gruppo prima del bene, l'idea prima della realtà! Invece Mosè, nella prima lettura, dà una risposta così liberante a chi gli riferisce di due che non sono nell'elenco eppure profetizzano: magari fossero tutti profeti...

La risposta di Gesù è simile a quella di Mosè: Lascialo fare! Non tracciare confini. Il nostro scopo non è aumentare il numero di chi ci segue, ma far crescere il bene; aumentare il numero di coloro che possano fare esperienza del Regno di Dio, che è gioia, libertà e pienezza.

Per Gesù chiunque regala un po' di vita, è di Dio. Questo ci pone tutti accanto a tanti uomini e donne, diversamente credenti o non credenti, che però hanno a cuore la vita e si appassionano per essa,

Chiunque vi darà un bicchiere d'acqua... non perderà la sua ricompensa. Un po' d'acqua, quasi niente, una cosa così semplice e povera che nessuno ne è privo. Gesù semplifica la vita: tutto il vangelo in un bicchiere d'acqua. Di fronte all'invasività del male, Gesù conforta: al male opponi il tuo bicchiere d'acqua; e poi fidati: il peggio non prevarrà.

Mosè e Gesù sono  maestri di fede, ci invitano a non piantare paletti ma ad amare gli orizzonti, a guardare oltre;  perché tutto ciò che riguarda l'umanità riguarda noi. Perché tutti sono dei nostri e noi siamo di tutti.

don Attilio Zanderigo