Omelie

Omelia di don Attilio del 25 luglio 2021 - Tempo Ordinario XVII

Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Con questa domenica inizia il discorso del pane di vita. Il miracolo della moltiplicazione dei pani rappresenta il  declino della missione di Gesù. Da qui in avanti la missione di Gesù si blocca, trova mille ostacoli.

Nel racconto un particolare che merita di essere meditato, è un ragazzo che offre il cibo che ha a Gesù. Questo adolescente generoso sente la richiesta di Gesù rivolta ai discepoli e ad Andrea, mostra le cose che la madre previdente gli ha infilato nello zaino. Pochi pani d'orzo, è il pane dei più poveri. Davanti ad una folla affamata questo ragazzo offre la più inadeguata ed ingenua delle soluzioni.

Gesù ci fa capire che abbiamo bisogno dell’ incoscienza degli adolescenti. Il Signore ama il gesto ingenuo e straordinario del ragazzo. E sfama la folla.

Davanti alle tante difficoltà che abbiamo in questo momento, davanti ad una Chiesa spesso inadeguata, il rischio di diventare anche noi, come tutti, insopportabili profeti di sventura è tutt'altro che lontano.

Dovremmo non lamentarci e fare i profeti di sventura sulla Chiesa e sul mondo, ma fare la nostra parte. Dio ha bisogno della nostra merenda per sfamare il mondo. Certo che non è sufficiente. Ciò che manca a noi lo mette il cuore di Dio. Gesù trasforma la merenda di questo ragazzo, il più saggio di tutti, in abbondanza.

Dio è fatto così: non interviene al nostro posto, chiede la nostra collaborazione, non si sostituisce a noi, esige che ci mettiamo in gioco, che diamo del nostro. Davanti alla tristezza e alla devastazione del nostro mondo, Dio si manifesta il più equilibrato e il più logico di tutti, chiedendoci di intervenire.

Gesù, con quel gesto, dice: "Davanti alla difficoltà, anche se non hai le forze, mettiti in gioco, dona quel poco che hai e diventerà un miracolo di condivisione".

don Attilio Zanderigo