Omelie
Omelia di don Attilio del 27 giugno 2021 - Tempo Ordinario XIII
“Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!»”” e, oggi, all’emoroissa Gesù dice: “Va, la tua fede ti ha salvato” Marco oggi ci parla di due situazioni in cui descrive il massimo del dolore, la disperazione.
La donna emorroissa non solo è ammalata ed è stata dai medici più famosi, senza risultato. La sua condizione la rende sola. Giairo è disperato: esiste un dolore più devastante della morte di un figlio?
Questa è la differenza sostanziale tra gli apostoli che toccano Gesù senza risultati e la donna ammalata, questo il solco che si crea tra Giairo e i suoi parenti che addirittura deridono Gesù. La fede placa le tempeste interiori, la fede ci guarisce dalle ferite interiori, la fede ci risuscita. Questa è la riflessione di Marco. E speriamo possa essere anche la nostra.
L’atteggiamento del cristiano di fronte alla morte è la fede. La morte è e resta il più inquietane interrogativo del destino dell’uomo. Se Dio è buono, perché la morte? Gesù è venuto a darci una buona notizia anche sulla morte.
Come ci svela la splendida pagina della Sapienza, il nostro è un Dio amante della vita. Noi crediamo di essere stati creati immortali, e di essere nelle mani di Dio. Questa vita che viviamo, la viviamo proiettata nell’eternità. Il Signore che solleva la figlia di Giairo è colui che ha per noi un destino di vita e di Risurrezione.
Ai tanti a cui muoiono i figli come a Giairo, non so se basta. Elemosiniamo certezza e salvezza, la fede è solo una flebile fiamma per attraversare le tempeste della vita. Avere fiducia nel Signore, avere fede in lui per poter avere pienezza di vita.
don Attilio Zanderigo