Omelie

Omelia di don Attilio del 7 febbraio 2021 - Tempo Ordinario V

“Il mio occhio non rivedrà più il bene”. Lo sconforto di Giobbe, vissuto in un momento drammatico della sua esistenza, segnato dalla perdita della salute, dalla morte di persone care, dalle difficoltà  nel suo lavoro, sembra dar voce al nostro animo quando viviamo situazioni difficili. Quante volte anche noi, in questo periodo, presi dall’amarezza o schiacciati dal peso delle situazioni, abbiamo pronunciato parole come queste, senza riuscire più a scorgere un orizzonte  di speranza e di sollievo!

La prima lettura di questa domenica ci chiede di stare insieme alle persone che  sono provati. Stiamo con chi non riesce a vedere il futuro davanti a sé. Giobbe che vive notti  interminabili, ha oggi il volto e la storia di tanti di noi, anche di tanti che  stanno celebrando insieme l’eucaristia, e che in essa cercano conforto e sollievo.

“Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni”. Gesù ha attenzione, ha misericordia, verso chi vive la  malattia e la sofferenza. Celebriamo questa eucaristia domenicale fiduciosi che qui incontriamo Colui che ci può guarire, Colui che è capace di donarci quel pane che riesce a saziare la nostra fame, e davanti al quale si può placare la nostra sofferenza. Ma celebriamo con Cristo l’eucaristia anche per fare esperienza di Lui: il grido ascoltato, i volti incontrati, non possono lasciare  indifferenti neppure noi.

Nella vita cristiana, tutto deve diventare carità, altrimenti semplicemente è falso. L’ascolto di questo atteggiamento di Gesù ci ricordi, innanzitutto  il primato dell’amore. E l’amore di Gesù era concreto, disponibile a diventare gesto, tempo dedicato, premura offerta fino a far risollevare le persone, come con la suocera di Simone. I nostri familiari, i nostri amici, devono trovare in noi attenzione e ascolto. Non dobbiamo dimenticare che a curare non sono i risultati magici, ma la possibilità di essere ascoltati, l’affabilità che ti fa sentire importante, la mano che stringe, il calore che vince il freddo che alle volte si impadronisce della nostra vita.

don Attilio Zanderigo