Omelie
Omelia di don Attilio del 31 maggio 2020 - Pentecoste
«Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli, accendi in essi il fuoco del tuo amore». II fuoco è la seconda principale immagine dello Spirito Santo. La sera della Pentecoste, gli Apostoli che si trovavano tutti insieme, oltre a sentire un vento gagliardo, videro anche «lingue come di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro» (At 2,3). In quel momento «furono tutti pieni di Spirito Santo» (At 2,4). Anche il simbolo del «fuoco» ci aiuta a capire chi è la terza persona della Santissima Trinità.
Il fuoco illumina. Lo Spirito Santo fa vedere. È luce. Gesù promette: quando verrà lo Spirito Santo «vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto» (Gv 14,26); «vi guiderà alla verità tutta intera» (Gvl6,13). Qui, presentandolo come fuoco che illumina, diciamo che il fatto di averlo paragonato alla luce, ci rivela che lo Spirito ci regala la vita, la salute e la gioia.
La luce è vita. Senza luce non ci sarebbe vita: le piante, i fiori, gli animali, morirebbero tutti. Quando, in primavera, il giorno prende il sopravvento sulla notte, tutto si sveglia. Anche lo Spirito Santo è datore di vita. Ha dato vita a Gesù in Maria; ha dato vita alla prima comunità cristiana, alla prima Chiesa; darà vita anche a noi: «Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi... darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,10-11). Ecco perché i 150 padri conciliari che hanno preso parte al primo Concilio di Costantinopoli (381) hanno definito lo Spirito santo «Signore che da la vita». Ancor oggi, tutte le volte che recitiamo il «Credo», diciamo: «Credo nello Spirito Santo che è Signore e da la vita».
La luce è salute Lo Spirito Santo è il medico delle nostre anime: «sana ciò che sanguina, bagna ciò che è arido, lava ciò che è sordido», preghiamo nella festa della Pentecoste. Lo Spirito Santo è il «Consolatore», ci garantisce Gesù (Gv 15,26).
La luce è gioia. A ben pensarci, il sole è il più grande distributore di gioia: non è forse vero che i giorni nuvolosi sono giorni di tristezza? Il profeta Isaia diceva: «II popolo che camminava nel tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terre tenebrose, una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia» (Is 9,1-2Il simbolo dello Spirito Santo come fuoco che illumina ci ricorda perciò la grande verità: tutti dipendiamo Dio in tutto: anima e corpo.
Il fuoco è potente, ma lo Spirito Santo è più potente ancora. La sua potenza, infatti, è una potenza interiore che nasce dalla fede e dalle convinzioni. Tale potenza porta a sfidare il mondo e ad accettare persino la morte. Un esempio di tale potenza si è visto subito alla prova negli Apostoli i quali, dopo Pentecoste, sono diventa ti coraggiosi nel parlare (At 4,31), entusiasti nel fare, tenaci nel perseverare, fino al martirio. Possa anche ciascuno di noi essere così.
Buona Pentecoste.
don Attilio Zanderigo