Omelie

Omelia di don Attilio del 17 maggio 2020 - Pasqua VI

Se mi amate osserverete i miei comandamenti". Gesù ora parla di sé nell'ultimo grande discorso, è un testamento, una condivisone delle proprie emozioni in uno dei momenti più delicati della sua vita. E in quelle parole, Gesù concentra tutto il suo amore: se mi amate. Se mi vuoi bene.

Quante volte usiamo questo termine con i nostri figli, con i nostri familiari, con il nostro partner. Se davvero mi vuoi bene dovresti... Prove, ricatti,  per mettere all'angolo chi dice di amarci. Il termine amore è facilmente usato in maniera ambigua;  dietro questo termine abbiamo nascosto tutto e il contrario di tutto. Amore e follia, sommo amore e sommo egoismo, quasi sempre coincidono.

Cosa intende dire Gesù, allora, quando dice se mi amate? Il suo non è un ricatto. Non suscita sensi di colpa. Se mi amate osservate i miei comandamenti. Il primo comandamento, anzitutto: amatevi gli uni gli altri dell'amore con cui vi ho amati.

Possiamo amare se accogliamo il suo amore. Diventiamo capaci di amare di quell'amore che riceviamo. Non perché migliori o sensibili o buoni, ma perché siamo amati. Il comandamento perde tutto il sapore di comando e diventa  il modo concreto che abbiamo di manifestare affetto per un'altra persona. Se dico che ti amo e non ti vedo mai, chi mi può credere? Se dico che ti amo e ti lascio morire di fame o di solitudine, a che serve? Il comandamento, allora, diventa il modo pratico di manifestare  l'amore che ho per la persona.

Il comandamento di cui parla Gesù è quello appena consegnato durante l'ultima cena, che completa e sostituisce ogni altro comandamento. Amatevi come io vi ho amati. Cioè: accogli il mio amore per essere capace di amare te stesso e gli altri. Amare gli altri come lui ci ha amati. Se mi amate. Sì, ti amiamo, Signore.

don Attilio Zanderigo