Omelie

Omelia di don Attilio del 26 aprile 2020 - Pasqua III

Incontro dei discepoli di Emmaus con Gesù

"Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.

 La strada che porta a Emmaus è frequentatissima.

Lo è stata nel passato, lo è nel presente, e certamente lo sarà nel futuro.

È la strada che intraprendiamo quando il dolore bussa alla porta della nostra casa. È la strada che esprime la tragedia che si abbatte su noi per la perdita, la morte, il distacco di qualcuno che ci è caro più della vita. “Noi speravamo…”

Andare verso Emmaus significa fuggire. Fuggire, nell’illusione di poter dimenticare, ricominciare, ricostruire lontano… Il Risorto, colui che ha compassione di noi al punto da accettare la morte di croce per salvarci, non accetta che la nostra vita vada alla deriva, che gli occhi e il cuore siano chiusi. Chiusi all’amore.

Così si affianca a noi, cammina con noi e ci racconta l’amore che Dio ha  per noi. È amore tutto quello che è accaduto, ci dice spiegandoci le scritture, è amore anche se i gli occhi vedono tragedia e il cuore è stretto dal dolore.

Non capiscono i discepoli, e non capiamo noi, ma quel racconto riscalda il cuore, come il  sole in questi giorni di isolamento forzato. 

Quel raggio di sole è vita. Non vogliamo si spenga. Quel raggio di sole è  speranza forte come l’amore che solo Dio è capace di donare.

Resta con noi Signore, perché si fa sera, perché il buio ci fa paura. Anche in questi giorni abbiamo avuto paura. Anche in questi giorni, Signore ti abbiamo pregato, perché tu resti con noi.

Il Signore si siede alla nostra tavola e compie l’unico gesto capace di aprire i nostri occhi e di donare al nostro cuore la gioia. Spezza il Pane per noi.

Sì, l’Eucarestia che tanto desideriamo in questo periodo,  apre i nostri occhi e il nostro cuore e ci spinge a vivere con lo stesso amore. Spezzare il pane con lui e per i nostri fratelli è la sola cosa che ci mette nella Comunione.

L’incontro col Risorto, ci dicono i discepoli di Emmaus, è una esperienza che prende completamente la nostra vita  e rende il nostro cuore colmo di gioia e di speranza da vivere e da donare agli altri.

don Attilio Zanderigo