Omelie

Omelia di don Attilio del 27 dicembre 2020

Il vangelo ci presenta Gesù portato al tempio da Maria e Giuseppe. Siamo nell’atmosfera del Natale che ci ha presentato Gesù nato in una famiglia. Che cosa può dirci questa famiglia vissuta 2000 anni fa?

A Nazareth si impara che l’amore reciproco deve esserci in una vera famiglia cristiana. Se vive nell’amore, l’amore che tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, nessuna famiglia passa nel mondo senza lasciare traccia. Ogni famiglia, dove regna la vera carità che non cerca il proprio interesse, non cede alla rabbia, dimentica i torti, scrive una pagina nuova nella storia universale dell’umanità.

A Nazareth si impara che solo degli educatori che camminano sulla strada del vero, del bello, del bene, possono aiutare i loro figli ad imparare a camminare. Ma la comunicazione educativa non è mai a senso unico. Anche i figli contribuiscono attivamente alla formazione dei genitori. Nella famiglia, nel quotidiano intreccio di rapporti interpersonali, ognuno apprende il proprio valore di persona, perché si sente amato per quello che è, e non per quello che ha, che fa o che sa.

A Nazareth si impara che ci si deve preparare ad affrontare la prova e ad accettarla, senza piangersi addosso, senza pretendere di capire sempre tutto.

A Nazareth si impara che la propria croce non va scaricata sulle spalle degli altri, ma bisogna piuttosto caricarsi sulle proprie spalle la croce dei più poveri di noi. Perché non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

A Nazareth si impara che si è più felici nel dare che nel ricevere.

don Attilio Zanderigo