Omelie

Omelia di don Attilio dell' 8 novembre 2020 - Tempo ordinario XXXII

Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora". La buona notizia che la Parola ci consegna è che non siamo condannati a vagare nel nulla. Questo mondo, la mia vita, la realtà, la quotidianità è in attesa di uno Sposo. Un Salvatore. Il Signore. La vita è attesa. Non  di un triste verdetto, ma di una festa di nozze. Attendiamo il ritorno nella gloria del Signore. E chiediamo, ora, di prendere consapevolezza di chi siamo noi, di chi è lui, di cos'è la vita.

La notte è buia, ma ci sono persone che la sfidano andando incontro allo Sposo. Sfidano la notte, le ragazze. Sfidano il sonno che appesantisce l’ esistenza. Sfidano le convenzioni di chi dice che non c'è nessuno Sposo da attendere. Può accadere di assopirsi, di stancarsi, di scoraggiarsi. Era accaduto anche agli apostoli nel Getsemani. Accade anche ai migliori. Troppa stanchezza, troppo dolore, troppa fatica e prevale lo sconforto.

Poi un grido ci scuote, ci toglie al sonno. Le ragazze prendono la lampada, escono. Ma ad alcune manca l'olio. La durezza della risposta di cinque fra loro ci lascia perplessi. Ma hanno ragione: se dividessero il loro olio mancherebbe a tutte. Considerazione dura ma vera, sgradevole ma onesta.

Le ragazze sprovvedute riescono a trovare dell'olio, ma è troppo tardi, la porta è chiusa. Colui che dice di stare alla porta ad attendere qualcuno che apra, inaspettatamente, non apre alle ragazze che insistono. Non è per ripicca.  È una legge della vita: ci sono occasioni che non si ripetono, momenti unici. Nelle relazioni, negli affetti, nella fede. Se aspetti, il momento passa.

Manteniamo accesa la lampada della fede e continuiamo a percorrere la strada per andare incontro allo Sposo.

don Attilio Zanderigo