Omelie
Omelia di don Attilio del 27 settembre 2020 - Tempo ordinario XXVI
“Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli”. La pagina del vangelo oggi è di facile comprensione. Ci presenta il comportamento di due fratelli nei confronti di un ordine preciso del padre: "va' oggi a lavorare nella vigna". E' un comportamento opposto l'uno all'altro: il primo obbedisce a parole, ma non nei fatti; il secondo non obbedisce a parole, ma nei fatti.
Alla domanda che Gesù fa ai suoi uditori, e oggi fa anche a noi "chi dei due ha compiuto la volontà del padre?", non possiamo non rispondere: il secondo. Che cosa Gesù vuole insegnarci? Fare la volontà di Dio, camminare nella via indicata dalla Legge che Egli aveva donato ad Israele, era il perno di tutta la vita religiosa ebraica.
Tuttavia, non raramente accadeva che scribi e farisei avevano aggiunto alla Legge di Dio tali e tante norme e precetti, da vanificare il compimento della volontà di Dio. E' esattamente il comportamento del primo figlio: una obbedienza solo a parole, ma non nei fatti. Una religiosità che non tocca il cuore della persona, che non è praticata nella vita di ogni giorno.
C'è tutta un'altra classe di persone, i pubblicani e le prostitute, che invece mettono in pratica e cambiano vita. Non ci deve sfuggire che nel vangelo, parlando del secondo figlio, Gesù dice di lui: "ma poi pentitosi vi andò". La parola chiave è quel "pentitosi". E' la consapevolezza di aver sbagliato a dire no a suo padre; è il dolore di averlo fatto: è il cambiamento del comportamento: "vi andò". Pubblicani e prostitute vivono veramente nell'obbedienza a Dio, perché, pentiti, hanno cambiato vita.
Non dimentichiamo che la nostra fede per essere autentica, deve conservare il doppio polmone dell’incontro con il Signore e del servizio ai fratelli nella vita quotidiana.
don Attilio Zanderigo