Omelie
Omelia di don Rinaldo del 5 maggio 2020 - Pasqua IV (Anno A)
Abbiamo chiesto: “Padre, infondi in noi la sapienza dello Spirito, perché sappiamo riconoscere la voce di Cristo, suo pastore”. Che ci sia una ‘babele’ di voci in giro ce lo dice, sconcertata, ogni persona con cui entriamo in rapporto in questi giorni. Che molti, attorno a noi, si atteggino ad essere i nuovi “messia” del momento, pronti a promettere miracoli, puntualmente smentiti dai fatti, fa parte di chi ha sposato la cultura di ‘babele’. Che unico, però, sia il vero “Messia”, ieri, oggi e sempre, è e resterà Gesù, il Cristo di Dio, che sa parlare e tacere al tempo opportuno.
Non sono io a dirlo, non sono le folle da stadio degli esaltati, capaci di passare velocemente dagli ‘osanna’ ai ‘crucifigge’, non sono neppure le persone più discrete, vere e credibili, che difendono la loro libertà di coscienza e non si vendono a nessuno; ce lo dice lo stesso Spirito che, infuso in noi da Dio Padre, ha ricevuto il compito primario di indicarci il vero Pastore da seguire.
Il suo nome è Gesù che significa ciò che è: il Salvatore. Nome non gridato dagli uomini, ma scritto dall’eternità e proclamato da Dio per mezzo dell’arcangelo Gabriele. Dio, pubblicamente, sul fiume Giordano, lo chiamò: “Tu sei il figlio mio prediletto”.
Dio consegnò a Cristo, una volta per sempre, la sua Parola. Gesù, Parola di Dio fattasi carne, si diede a sua volta ai Dodici, le pietre vive su cui poggia e si va costruendo la Chiesa. Se uno vuole risentire non ‘parole vane’, ma la Parola che possiede la verità tutta intera, Parola che ha il potere di purificare ogni lingua, deve tuffarsi entro la Parola di Dio che è Gesù ed entro quel Gesù che oggi è nella Chiesa.
La Chiesa, fondata sugli apostoli da Gesù, è guidata infallibilmente da colui che tutti presiede nella carità, cioè Pietro. Cosa dice Pietro di Gesù? Conscio di parlare sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, Pietro afferma: “Dio Padre lo ha costituito Signore e Cristo”.
Noi a Pietro chiediamo: “Cosa dobbiamo fare?”. Ci risponde: “Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, e ricevete il dono dello Spirito Santo”. Noi siamo qui, perché abbiamo creduto alla predicazione degli Apostoli, abbiamo ricevuto in dono lo Spirito Santo per mezzo del battesimo e della confermazione. Proclamiamo di non avere altro Maestro che Gesù, e altro Padre che il Padre di Gesù.
Diventati una cosa sola con Gesù, pur con grandi difficoltà di carattere psicologico, sociale, culturale, politico, dobbiamo arrivare alla difficile, ma unica conclusione che, tra noi, siamo tutti fratelli.
Ma, come nel passato ai nostri padri, a noi oggi, chi nel futuro predicherà alle nuove generazioni che Cristo è il figlio di Dio, il Messia, il buon Pastore, l’unica via della salvezza? Smarrito Gesù, ritornerà sulla terra il buio e ‘babele, metterà popolo contro popolo, religione contro religione, razza contro razza e così via.
Solo in Cristo gli uomini ritroveranno la luce e la verità che li fa riconoscere figli dello spesso Padre celeste e fratelli tra loro in Cristo. Solo il cristianesimo predica l’universalità della salvezza. Solo in Gesù gli uomini ritroveranno la strada alla pace, nel reciproco perdono e nella riconciliazione, frutto del vero amore.
Chi predicherà tutto ciò? Se è urgente predicare Cristo, urgente è avere evangelizzatori. Oggi, per fortuna, abbiamo anche tra i laici una meravigliosa crescita del sapere cristiano e della diffusione del vangelo. Ma chi aiuterà il popolo di Dio a conoscere il vero vangelo e a guidarlo ai pascoli della verità, garantendo un futuro alla santa Chiesa di Dio? È compito primario del pastore buono, che altro non fa che continuare l’opera dell’unico vero Pastore grande del gregge, Gesù.
Vogliamo per i nostri figli un domani cristiano? Risolviamo con coraggio e generosità una crisi in atto: la scarsità delle vocazioni sacerdotali e religiose. Tra poco, molte diocesi avranno un numero inadeguato di sacerdoti e molte parrocchie non avranno più un proprio parroco. Affrontiamo il futuro non con pessimismo, ma con realismo ed il coraggio della speranza cristiana.
don Rinaldo Sommacal