Omelie
Omelia di don Rinaldo del 1 marzo - Quaresima I (Anno A)
È quaresima. È un tempo forte. Da soli non ce la faremmo. Sapendolo, sulla soglia di questo cammino, la Chiesa ci ha fatto pregare così:”O Dio, che conosci la fragilità della natura umana, ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino quaresimale…”. Ci viene indicata nella Parola di Dio la nostra forza.
La Parola di Dio, offertaci con le tre letture di questa prima domenica di quaresima, ci parla delle vicende sublimi, tristi e risorgimentali della nostra natura umana.
1. Genesi, un libro della Parola di Dio, con un linguaggio accessibile ai bambini, ma con un contenuto che sfida la scienza, la teologia e la mistica, ci dice che la natura umana è uscita dalle mani di Dio. L’uomo è una realtà fragile e sublime ad un tempo. Fragile come la polvere della terra di cui è fatta. Sublime, perché animata dall’alito di vita che gli viene direttamente da Dio.
Chi è quell’uomo fatto con la polvere della terra? È una creatura che viene dalla terra, ma completamente uscita dalle mani di Dio, senza alcun processo di trasformazione? Se sì, avrebbe ragione la teoria, che di sovente riprende fiato, del creazionismo diretto della specie umana da parte di Dio. È, invece, la conclusione di una lunghissima galoppata degli esseri viventi che, attraverso una lenta evoluzione, portò il regno animale ad essere pronto per passare alla specie umana? Allora avrebbero ragione gli evoluzionisti.
Ma a questo punto la nostra rivelazione, supportata anche da scuole molto serie di scienza antropologica, ci dice che il passaggio dalla specie animale a quella umana, avvenne per un diretto intervento del Creatore. Quel “soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” ci dice due cose:
Primo: che anche i regni minerale, vegetale ed animale, soggetti ad evoluzione, hanno origine da Dio e sono guidati nella loro evoluzione, da una intelligenza perfettissima che nella materia ha impresso leggi che ancor oggi la scienza, con fatica e, si spera, con umiltà, cerca di indagare, scoprire e capire.
Secondo: che l’uomo, rispetto al resto del creato, ha una origine unica e che la sua natura, rispetto al resto del creato, è una unità tra polvere del suolo e alito di vita, dove ‘polvere’ sta per corpo e ‘alito di vita’ sta per spirito, anima, che all’uomo fa dire ‘io’, lo rende persona libera e pensante, ciò che non possono dire tutti gli altri esseri minerali, vegetali e puramente animali.
La teologia, interrogata la Bibbia, (il libro che rivela i progetti e i voleri di Dio creatore con linguaggio umano), definisce l’uomo così: essere vivente composto di anima e corpo. Il corpo viene dalla terra, ma sempre e comunque creatura di Dio; l’anima spirituale ed immortale è direttamente creata da Dio per ogni uomo e non è il frutto di una evoluzione.
2. Già nella creazione si parla di un aspetto debole dell’uomo, che è la sua componente corporale, fatta di polvere. L’anima, che aspira per sua natura a Colui di cui è simile, cioè a Dio, deve fare i conti con le attrazioni al basso del suo corpo che, dotato di meravigliosi sensi, è tentato di nutrirsi di più dei richiami immediati che provengono dalle creature, lasciando l’ascesa a Dio.
Perché obbedire ad un altro, quando io posso fare di me stesso il soggetto di ogni scelta e l’oggetto di ogni piacere? A più intelligenza, più tentazione di farsi il dio di se stesso. Ha buon gioco il tentatore a dirgli:”Non morirete affatto. Se mangiate il frutto proibito sarete come Dio”. Da qui la caduta. Sarebbe stata una caduta senza ritorno se non ci fosse stata la redenzione operata da Dio per mezzo stesso di Dio.
Ecco perché siamo qui a confessare le nostre colpe, ma soprattutto a narrare, domenica dopo domenica, la ri-creazione. La salvezza, portata da Gesù è l’evoluzione cristiana che cammina parallela all’eventuale evoluzione cosmica: da disobbedienti a Dio a obbedienti in Cristo a Dio. Gesù ha vinto e tentatore e tentazione. Gesù ha pagato l’offesa. Gesù ci ha rimesso in corsa verso l’Eden. “Per l’opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti la salvezza”.
don Rinaldo Sommacal