Omelie

Omelia di don Rinaldo del 16 febbraio 2020 - Tempo Ordinario VI (Anno A)

Il breve, ma prezioso brano del Siracide, valido in tutti i tempi ed entro tutte le culture, in modo particolare per chi crede in Dio, che lo ha ispirato, illumina le nostre coscienze. Mentre ai minerali, ai vegetali ed agli animali Dio creatore fissò, con leggi sbalorditive ed intelligenti, i loro comportamenti; mentre noi, conoscendo le loro leggi, prevediamo i loro comportamenti sicuri e li soggioghiamo a nostra utilità; con noi, specie umana, lo stesso Creatore, l’altissimo Signore, si rapportò in un modo mirabilmente diverso e dialogante.

Alla stirpe umana, una volta comparsa sulla terra, Dio, l’unico creatore dell’intero universo e di tutti i suoi abitanti, anche se non conosciamo i tempi ed i modi, poteva dire, come disse a tutte le altre creature: “Esegui!”.

Davanti a certi abominevoli comportamenti della stirpe umana, non pochi, istintivamente, dicono: “Perché Dio lo ha permesso, lo permette e lo permetterà?”. Se Dio creatore, non avesse concesso alla stirpe umana la libertà, non avrebbe creato l’uomo, ma un nuovo animale. Invece Dio, nel creare la stirpe umana, scelse il salto di qualità: animale sì, ma anche spirituale, dotato di intelligenza, volontà, libertà, cuore, creatività, progresso. Mentre a tutti gli esseri minerali, vegetali ed animali Dio disse: “Eseguite!”; alla specie umana disse: “Se vuoi…!”. Quel ‘se vuoi’, equivale a ‘scegli’. Per questo ti ho fatto intelligente, volitivo, libero.

A te conoscere ciò che è bene e ciò che è male. A te scegliere o il bene o il male, perché ne hai la capacità. Sei il responsabile delle tue scelte, per cui tu stesso, con l’aiuto della tua coscienza, saprai giudicarti se meritevole di premio o di castigo. 

Dio, nel crearlo libero, non abbandonò l’uomo a se stesso. Dio si affiancò da subito all’uomo, ne divenne il pedagogo, oltre che l’amico. Gli fece capire apertamente che, attraverso l’uso corretto della libertà, la specie umana avrebbe potuto avvicinarsi sempre più a Dio, il suo creatore. Insieme, avrebbero realizzato un altissimo scambio di doni: da una parte la specie umana avrebbe potuto realizzare l’aspirazione di sempre: essere come Dio; dall’altra Dio avrebbe condiviso con noi la sua divinità, chiedendo in cambio a noi l’umanità, attraverso l’Incarnazione.

Dobbiamo meditare quel ‘se vuoi’, impresso da Dio stesso nella libera coscienza di ogni persona umana. Solo il buon uso della libertà ci realizza come persone umane. Solo la libera scelta ci fa diventare persone buone o cattive. Il giudizio finale non ce lo darà Dio, ma la nostra coscienza. Essa dirà: “Sei santo. Sei imperfetto e bisognoso di purificazione”. Spero che nessuno di noi debba, un giorno, dirsi: “Ho scelto lucidamente e liberamente la strada sbagliata”.

Più che disquisire se ha fatto bene Dio a farci liberi, oppure no, chiediamoci piuttosto: “Cosa devo fare per imparare a scegliere il bene ed a fuggire il male?”. È tutta questione di sapere. L’apostolo Paolo subito ci viene incontro, dicendoci: “Parliamo sì di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo”. “Parliamo della sapienza di Dio”.

Ma chi ci rivela la sapienza di Dio che, infallibilmente, ci guida a conoscere il bene da fare ed il male da evitare? Solo Colui che, essendo la sapienza eterna di Dio, si fece nostro maestro in carne ed ossa, Gesù, detto il Cristo di Dio. Questa Sapienza, che esisteva prima dei secoli, che ‘disse’ ed il mondo fu, si fece visibile nel tempo per mezzo di Gesù. Gesù, e solo lui, è la sapienza incarnata di Dio.

Solo Gesù, per noi uomini, è la cattedra, dalla quale può scendere la verità che illumina il sapere, il pensare, il volere ed il fare. Solo Gesù, davanti a tutte le leggi emanate nei secoli dagli uomini, può dire con autorità: “Fu detto agli antichi…Ma io vi dico”. “Aprimi gli occhi perché io consideri le meraviglie della tua legge”.

don Rinaldo Sommacal