Omelie

Omelia di don Rinaldo del 2 febbraio 2020 - Tempo Ordinario IV (Anno A)

Stiamo celebrando la liturgia della ‘presentazione del neonato Gesù al tempio di Gerusalemme’. Ogni celebrazione liturgica è un corpo dalle molte membra. Ogni parte ha la sua importanza vitale e tende a far crescere la nostra Chiesa, il corpo mistico di Cristo. Vediamo alcune di queste membra mistiche che stiamo generando.

Una processione.

Si muove verso il tempio la sacra Famiglia di Nazareth, obbediente alla legge antica. Ma anche altre persone, illuminate dallo Spirito Santo, si alzano e vanno al Tempio. Sono Simeone ed Anna, due vegliardi che rappresentano la lunga attesa messianica del popolo di Dio.

Sono per noi il simbolo di ogni uomo, di ogni popolo, di ogni religione, di ogni cultura che sentono di doversi mettere in cammino verso la luce, per liberarsi da quella preoccupante ombra che può calare su ogni comunità, anche la più santa, quando, per la tiepidezza, possono venir meno le verità ricevute in dono, che sono la fede nell’unico vero Dio, la speranza nella vita eterna, la carità che dovrebbe sovrana ispirare tutte le leggi dell’uomo.  

Una candela in mano.

È il simbolo di chi, sentendo il bisogno di Dio e dei valori che vengono dalla verità e alla verità portano. Ma quella tenue luce aspira alla fonte della luce. Nei tempi antichi Dio inviò a noi uomini di luce. Furono i profeti. Le profezie erano fiaccole accese, ma tutte predicavano la venuta di una luce piena che avrebbe trasformato le nostre umane fiammelle in sole sfolgorante, capace di dissipare le tenebre.

Simeone.

Questo pio vegliardo ci dice che, per arrivare alla sorgente della vera luce, è necessario andare con fede al tempio. Simeone in Gesù vide l’atteso da secoli, vide in lui la luce, vide il Dio fatto uomo e sentì la sua umanità riempirsi di Dio. Lo prese tra le braccia timorate di Dio e cantò il suo ‘te Deum’. Disse la preghiera che la Chiesa ancor oggi consiglia a tutti come preghiera della sera:” Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace… perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, … luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo”.

Infine una offerta singolare.

Maria e Giuseppe, portando il neonato Gesù al tempio, fecero quello che dovrebbero fare tutti i genitori. Tra noi cristiani la presentazione dei neonati al tempio avviene con la richiesta e la celebrazione del battesimo. Il battesimo è il sacramento che immette i figli dell’uomo nel figlio di Dio; il rito del battesimo si conclude con la consegna della candela, accesa al cero pasquale. Il celebrante la consegna dicendo: “Ricevete la luce di Cristo”. 

Porteremo a casa la candelina benedetta. Torniamo a riaccendere la nostra fede in Cristo, ‘luce del mondo’. 

don Rinaldo Sommacal