Omelie

Omelia di don Rinaldo del 29 dicembre 2019 - Sacra Famiglia (Anno A)

Dalla liturgia della Sacra Famiglia, seguendo l’ordine delle tre letture, ricaviamo una lezione dottrinale, una applicazione morale ed un esempio incarnato nella sacra famiglia di Nazareth. Siracide fa scorrere con autorevolezza, parlando della famiglia, tre parole che, se correlate razionalmente ed esistenzialmente, fanno nascere, crescere e realizzarsi la famiglia, come Dio ha voluto e come natura rivendica e salvaguarda. Le tre parole, tra loro interdipendenti, sono: padre, madre, figli.

Per difendersi da qualsiasi possibile equivoco, l’autore sacro inizia dicendo: “Il Signore vuole…”. Non fu l’uomo che inventò la famiglia. La famiglia umana uscì unicamente dalla sovrana volontà di Dio. Non poteva non essere che così, dal momento che Dio, quando volle creare liberamente l’uomo, disse: “Facciamolo a nostra immagine, a nostra somiglianza facciamolo”.

Il “Facciamo” di Dio rivela che Egli è un ‘noi’. La rivelazione ci dirà che Dio è Padre è Figlio è Spirito Santo, è famiglia. Facendo l’uomo a sua immagine, lo volle famiglia. Detto “facciamo l’uomo”, Dio lo fece maschio e femmina. L’uomo, quindi, non è il singolo maschio, non è la singola femmina. L’uomo, per volontà di Dio, si realizza come sposo e sposa. Ad Adamo ed Eva Dio disse: “Non sarete più due, ma una sola carne. Crescete e moltiplicatevi”. 

Chi volesse sottrarsi da questa prima e fondamentale verità, non porterebbe avanti il bene dell’uomo, ma lo farebbe regredire. Distruggere, con qualsiasi argomento, le radici della famiglia, fondata sulla legge naturale in tutte le culture, sarebbe un peccato contro l’umanità, sarebbe oscurantismo ideologico.

Chiesero a Gesù: “È lecito o no ripudiare la propria moglie?”. Gesù, che disse ad Adamo ed Eva: “Crescete e moltiplicatevi”, rispose: “Non avete letto che in principio Dio li creò maschio e femmina? Non sono più due, ma una sola carne. Dunque, non separi l’uomo quello che Dio ha congiunto”.

Per noi, orgogliosamente umani, ma illuminati dal magistero che piove direttamente da Colui che ci ha fatti, non c’è alcun dubbio: il matrimonio, sigillato da Dio, e non l’unione di fatto, ballerina e intaccata dall’egoismo, genera e fonda stabilmente la famiglia. 

I figli, voluti dai genitori, rivendicano il diritto di poggiare la loro esistenza su una stabile dimora e non su una fragile zattera che può, ad ogni curva della vita, sbattere contro gli scogli e sciogliersi.

Perché il coraggio di metter su famiglia possa generare e far fiorire sempre più unione, armonia, lungimiranza, eroismo, speranza, dinamismo, progresso, l’apostolo Paolo apre l’armadio degli abiti, che sposi e figli devono vestire quotidianamente.

Il modello di vita familiare, che esce dall’umanità visitata dalla fede cristiana, è tutt’altro che bigotto, meschino, superato, oscurantista. Oscurantista sarà chi contraddice questa moda. È perché mancano, e non perché ci sono queste virtù sociali e familiari che famiglia e società, oggi sembrano andare alla deriva.

Contestatori, considerateci pure dei sorpassati, ma dimostrateci che i vostri modelli portano le persone umane ad essere più adulte, più felici, più serene, più amabili, più fedeli, più rispettose… Noi cristiani accettiamo il confronto. Comprensione sconfinata per i deboli che falliscono, ma chiarezza senza cedimenti sulle verità su cui si fondano e famiglia e società.

Chi invocare come nostri padrini, nel duello tra la visione laico-cristiana della famiglia e quella laisicta? La Sacra Famiglia di Nazareth.  “Gesù cresceva in sapienza, età e grazia ed era obbediente a loro”.

don Rinaldo Sommacal