Omelie

Omelia di don Rinaldo del 26 dicembre 2019 - S.Stefano (Anno A)

“Ecco, io contemplo i cieli aperti ed il Figlio dell’uomo che sta alla destra del Padre”. È Stefano che parla, il diacono, il primo cristiano che sta per dare il suo sangue a testimonianza di ciò che crede, che vede, che predica, che attende e che realizza.

Contemplare Dio! Ecco cosa ci vuole e che forse ci manca. Proviamo ad immaginare cosa significhi ‘contemplare Dio’, cosa ci voglia per realizzarlo, cosa si provi e cosa può produrre in noi.

L’uomo si realizza, non dimenticando il cielo per la terra, ma, pur con i piedi ben piantati per terra, rivolgendo gli occhi a Dio. La terra produce solo se dal cielo, come pioggia, discende la vita.

Stefano, che contempla i cieli, ci affascina, ci attira. “Cosa hai visto Stefano?”. “Ho visto il Figlio dell’uomo che sta alla destra del Padre”.

Come? Il figlio dell’uomo non è quello che fu trascinato davanti al sinedrio e al tribunale romano? Non è quel Gesù che tutti ritenevano di aver ucciso e sepolto per sempre? Non è quel Cristo che aveva deluso i suoi, fino a metterli in fuga? Non è quell’uomo che disse: “Distruggete questo tempio ed io in tre giorni lo riedificherò” per cui sentenziarono: “Ha bestemmiato. È reo di morte”? Come mai tu, Stefano, vedi quel vinto più vivo che mai ed assiso alla destra di Dio Padre, nel ruolo del vincitore? Stefano, è questo che fa ‘digrignare i denti’ dei tuoi nemici?

Dimmi Stefano, i tuoi nemici, così saputelli, sono gli stessi che oggi non si rassegnano che ci siano ancora miserabili persone, incolte e superstiziose, che, come te, seguono il Cristo e il Cristo crocifisso? Hanno mezzi potenti e sempre più sofisticati i nemici di Cristo. Spesso ricorrono anche al potere per cancellare qualcuno dal registro dei vivi, come hanno fatto con te, Stefano. Ma non hanno ancora capito, i nemici di Cristo, che, più lo mettono in croce e più c’è gente, tra i persecutori stessi, anche tra i suoi nemici della prima ora, ma soprattutto tra i cercatori di cielo, che lo incontra risorto, si butta ai suoi piedi e gli dice: “Mio Signore e mio Dio”. Si sentono rispondere: “Beati voi che credete”.

Caro Stefano, sai benissimo che i  nemici di Gesù, uccidendolo, intendevano aver chiusa la partita. Invece c’è chi, anche oggi, come è successo a te, che, vedendo come Gesù ha sofferto ed è morto, esclama: “Veramente costui è il figlio di Dio” e lo segue.

Stefano, aiutaci a contemplare Gesù, dalla nascita, su, su, fino alla sua passione e morte; aiutaci a passare attraverso la silenziosa meditazione del sabato santo, per giungere alla scoperta dei significati strabilianti del suo patire in quel modo e del suo morire in croce; aiutaci a passare, dal semplice vedere, al prodigioso ‘contemplare’. Non perderci per strada; portaci a vederlo risorto e alla destra del Padre, primizia di chi crede in lui senza scandalizzarsi. Allora con te impareremo ad essergli fedeli nella buona come nella cattiva sorte.

Lo faremo rifiorire qui, con mille presenze. Dopo averlo contemplato, un giorno lo raggiungeremo. Tu lo hai raggiunto attraverso il martirio del sangue. Noi attraverso il ‘terribile quotidiano’.

Stefano, ci hai riacceso la speranza. Grazie.

don Rinaldo Sommacal