Omelie

Omelia di don Rinaldo del 24 novembre 2019 - Cristo Re (Anno C)

Uno dei malfattori, appesi alla croce accanto a Gesù, quasi per sfidarlo, ironicamente gli disse: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso e anche noi!” Forse, nella fase processuale, aveva sentito Pilato porre a Gesù la domanda: “Sei tu il re dei Giudei?”. Pilato, o perché credette a Gesù, o per aggiungere umiliazione alle innumerevoli umiliazioni da Gesù patite in quelle ore, fece scrivere sulla croce, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei”. Così facendo, proclamò Gesù re e gli eresse come trono la croce.

Pilato non sapeva di porre un immenso gesto profetico. Così facendo, rivelò al mondo che Gesù non è venuto per dominare, ma per servire e per insegnare a noi che regnare significa amare, fino a dare la vita per i propri sudditi. Gesù firmò il suo supremo servizio d’amore con il suo sangue.

Scrive l’apostolo Paolo ai Colossesi: “Piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”. La pienezza dei poteri regali a Gesù uomo viene direttamente dalla sua divinità. Gesù uomo, per esercitare la sua autorità, obbedì a Dio Padre che gli diede ogni potere in cielo e sulla terra. Inghiottito dalla morte, risorgendo vinse la morte.

Come esercita Cristo Re il suo potere regale? Al ladrone, che alla sua sinistra, ingiuriando e bestemmiando, lo sfida di scendere dalla croce, Gesù risponde con il silenzio. Non approfitta della disperazione di una persona per condannarla. Gesù va oltre a ciò che si sente e si vede: Gesù legge nell’animo di quel bestemmiatore e gli dà tempo, perché si ravveda. Sente il prevalere dell’ira, ma vi scorge anche i condizionamenti antichi che lo portarono ad essere un malfattore, un condannato a morte da parte della imperfetta giustizia terrena. Cristo giudice vede in quell’uomo, non solo un bestemmiatore, ma anche una debole vittima di chissà quanti e quali crimini, favoriti a volte da parte delle deboli, partigiane ed imperfette leggi umane. Esempio ne sia la stessa condanna di Gesù. Gesù dà a tutti il tempo per convertirsi, anche all’ultimo istante.

Quando Gesù al secondo ladrone disse: “Oggi stesso sarai con me in paradiso” (Lc 23, 39), dichiarò lo scopo primo della sua regalità: salvare tutti, ad ogni costo. 

Ecco emergere chiari gli scopi del potere regale di Gesù: predicare al mondo, soprattutto a chi ha il compito di governare, la verità tutta intera. La verità che Gesù è venuto a predicare è questa: che Dio ci ha tanto amati, da mandare a noi il suo figlio unigenito, perché in lui tutti fossimo salvati.

A me, che a nome vostro, oggi torno a chiedergli: “Dunque, tu sei re?”, Gesù mi risponde: “Tu l’hai detto! Io sono re”. Ma aggiunge anche: “Il mio è un regno di giustizia e di pace. I miei sudditi vi entrano per le strade della misericordia e del perdono”. 

Deo gratias per l’anno 2018-2019 che si congeda da noi.

don Rinaldo Sommacal