Omelie

Omelia di don Rinaldo del 3 novembre 2019 - Per Anno XXXI (Anno C)

Racconta l’evangelista Luca: “Gesù alzò lo sguardo…”. Gesù cerca l’uomo. Trovatolo, lo guarda intensamente, lo penetra e lo conquista. Gesù è Dio che si è fatto visibile. Egli attende di essere accolto dagli occhi del mio cuore. Gesù, alzando la voce, disse: ”Zaccheo!”.

La Chiesa, che da Gesù ha ricevuto il potere di donare la divinità a chi crede in lui e riceve il battesimo, come prima cosa, nel rito del battesimo chiede ad alta voce al battezzando: "Come ti chiami?” Poi lo chiamerà sempre per nome. Il nome sta per persona. Non siamo numeri, pedine, ma persone. Per Dio siamo un ‘unicum’ e Dio ci chiama sempre per nome. Su ognuno di noi la famiglia divina disse e dirà: “Facciamolo a nostra immagine, a nostra somiglianza facciamolo” (Gn 1, 26).

“Scendi…” disse Gesù a Zaccheo, perché “devo fermarmi a casa tua”. Zaccheo per vedere Gesù era salito sull’albero. L’uomo, se vuole incontrare Dio, deve cercare, deve elevarsi. Chi appassionatamente cerca di incontrare Gesù, nel Gesù uomo, non importa sotto quali sembianze, vedrà il Gesù Dio.

Incontrato il Dio di Gesù Cristo, sentiamo il bisogno di scendere entro noi stessi, di percorrere a ritroso tutta la nostra esistenza. Scesi dall’albero della presunzione, scopriamo la strada dell’umiltà. Il credente superbo si allontana da Dio. Più siamo umili e più portiamo dentro di noi, in casa nostra, la presenza viva di Dio. Allora tutto è possibile, anche la conversione a Cristo. 

Dopo l’incontro con Gesù e la sua radicale conversione, Zaccheo gli disse:“Do la metà dei miei beni ai poveri…” con quel che segue. Mentre i maligni stavano condannando Gesù, perché era andato a trovare un peccatore, Zaccheo in Gesù incontrò il suo medico. Con l’aiuto di Gesù, riconobbe la sua malattia mortale e fu risanato. La sua conversione divenne un bene comune: da allora in poi la sua vita, anche i suoi numerosi talenti e la sua professione, divennero strada di perfezione per lui e di benessere per tanti, specialmente per i più bisognosi. 

La salvezza non sta nel criticare il prossimo, le istituzioni, la Chiesa. Ogni struttura, anche la Chiesa, è piena di limiti e di pecche. Ma, poiché Gesù, il santo, l’ha scelta come sua sposa, pur peccatrice, torniamo ad aver fiducia in Gesù che è presente nella fragile ma inaffondabile barca di Pietro. Oggi è la Chiesa che ci chiama per nome. Scendiamo dallo sgabello della presunzione di non averne bisogno. Con più umiltà e convinzione, accogliamo in casa nostra quel Gesù che qui ci ha raggiunti con il suo sguardo, ci ha chiamati e ci chiede ospitalità. 

Auguro a me e a tutti voi di sentire Gesù dirci: 2Oggi la salvezza è entrata in questa casa”.

don Rinaldo Sommacal