Omelie

Omelia di don Rinaldo del 6 ottobre 2019 - Per Anno XXVII (Anno C)

Il profeta Abacuc, di fronte alle tragiche vicende che dilaniavano il popolo d’Israele, vittima degli eserciti persiani, pose con coraggio una domanda-rimprovero a Dio: “Fino a quando implorerò e non ascolti? Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione?”. 

Qui fa capolino l’inquietante capitolo della storia dell’uomo che si intitola: i silenzi di Dio. “Dov’era Dio!” si sono chiesti e si chiedono molti teologi, mistici, santi, normali cristiani, persone disperate davanti a certe tragedie più o meno naturali, come quella del nostro Vajont. ”Perché Dio non disarma la mano dei violenti?”, si chiedono i  credenti di ogni fede di fronte a certe barbarie.

In visita al campo di sterminio nazista di Auschwitz, luogo di inaudita atrocità, dove l’intelligenza fu impiegata per rendere più cruenta la violenza, luogo a lui ben noto per esservi nato vicino ed averlo visitato più volte da giovane prete, papa Giovanni Paolo II si interrogò, a nome di tutta l’umanità, sul silenzio di Dio. Né volle darsi una risposta. Neppure noi ci permettiamo di dare una risposta ai silenzi di Dio.

Vorremmo, piuttosto, lasciarci visitare da questo interrogativo, non per processare Dio che tace, ma per interrogarci sul perché noi non abbiamo ascoltato Dio quando ha parlato in modo molto chiaro, indicandoci le strade che ci avrebbero portato alla pace e non alla guerra, attraverso la benefica violenza dell’amore.

Ed ecco Gesù, il figlio di Dio, il Dio accusato di colpevole silenzio, Parola vivente di Dio, Parola che sempre parla a chi ascolta, Parola troppo spesso gettata al vento o lasciata cadere dalla nostra pigrizia. Ecco Gesù invitarci ad avere fede in Dio, una fede che ha il potere di spostare le montagne, cioè capace di miracoli.

Più che accusare Dio di silenzio, Gesù ci invita a credere in Dio. Il granello di senapa, piccolissimo, è tutto seme, è tutto fecondità. Ecco l’esempio da seguire. La fede non sia annacquata da inutili parole, da devozionismi quasi superstiziosi, ma da abbandono amoroso, filiale in Dio. Fare ciò che detta l’amore senza limiti. Credere anche con il cuore. Chi ama Dio, a Dio può chiedere tutto. Sarà Dio a fare la selezione tra ciò che conviene e ciò che non conviene. Ciò che Dio dona o non dona, ma per amore, il vero credente lo capisce, ringrazia, non oppone dei “perché”. 

Tutto è grazia, anche certi silenzi di Dio, che aiutano l’uomo a rientrare in se stesso. Forse i silenzi di Dio sono un Suo nuovo e più incisivo modo di parlarci. Forse chiedono un nostro nuovo modo di ascoltarLo. La nostra libertà è così potente che è capace di legarGli le mani e cucirGli la bocca, ma non l’amore misericordioso. 

Che orrore però servirsi di Dio per offendere Dio e le sue creature! Cristiano, tu che, nel fonte battesimale, hai ricevuto il dono dello Spirito Santo, ravviva la fede. Riuscirai a capire Dio che parla o tace, a ragionare con saggezza, per far trionfare l’amore. 

don Rinaldo Sommacal