Omelie

Omelia di don Rinaldo del 22 settembre 2019 - Per Anno XXV (Anno C)

La prima lettura raccoglie e trasmette il grido del povero, ridotto in miseria e alla fame causa l’ingordigia disonesta di pochi fatta sistema. Il vangelo riprende il discorso dei talenti ricevuti da Dio, ma usati per andare contro le leggi di Dio, soprattutto per arricchirsi in modo disonesto e a danno del bene comune malamente distribuito.

La Parola di Dio non è contro la ricchezza, se ben distribuita, così da arrivare, pur in proporzioni diverse, ma giusta e generosa, verso tutti. I beni della terra sono tutti doni di Dio per l’intera umanità.

La Parola di Dio anzitutto disapprova colui che va in miseria per colpa sua e a danno di tutti, o perché ozioso, o perché parassita, o perché pigro, ecc.

La Parola di Dio è in favore dei poteri economici chiamati a gestire con giustizia ed equità le politiche della produzione, del dare e dell’avere, affinché tutti possano lavorare per il bene comune e a ognuno sia garantito, se meritato, il necessario e, possibilmente, anche l’utile.

La Parola di Dio dice a ogni persona: lavora, perché devi guadagnarti il necessario e, possibilmente, anche l’utile.

La Parola di Dio, ai vari sistemi economici indica la strada dell’uso intelligente delle ricchezze e da destinarle al bene comune, in modo da moltiplicarle e che non cadano, con sistemi corrotti e potenti, in mano a quei pochi, che mandano in povertà e miseria singole persone, comunità, interi popoli e continenti. Ci troviamo ad avere esempi di personalità potenti che, in nome di una mal intesa democrazia, si servono della libertà di parola per erigere sistemi economici che non permettono il nascere di democrazie vere in favore dei più deboli.

Per chi è al governo, la Parola di Dio ci dice di pregare, di pregare incessantemente, perché ogni potere si lasci guidare dalla giustizia divina e non dai soli interessi di parte. La preghiera è alla portata di tutti e tutti possono salvare quella democrazia che in ogni bisognoso vede l’immagine di quel Gesù che si fece ultimo, per permettere ai primi di amarlo, sapendo così di amare noi stessi.

La ricchezza, poi, non è solo la somma dei beni economici. La moralità è ricchezza grande. L’immoralità invece è la strada della disonestà e del degrado di ogni civiltà. La cultura è ricchezza grande. Beati quelli che possono studiare, leggere, imparare…

La spiritualità è ricchezza somma; ce lo dicono quanti, per tendere alla perfezione, fanno liberamente e con gioia la scelta della povertà a quelle cose utili, ma non necessarie, per sedere alla mensa dei ‘beati i poveri ma ricchi nello Spirito’. La spiritualità vera, a tutte le latitudini, entro tutte le fedi religiose, è strada che porta a Dio.

Chi è riuscito a incontrarLo sulla strada delle beatitudini, dice di aver trovato in Lui ogni vero bene. Dilettiamoci, ogni tanto, ad essere i pellegrini di noi a noi stessi, poiché portatori del Dio con noi, che ci cerca con intenso amore e che, con amore intenso, si dona.

don Rinaldo Sommacal