Omelie

Omelia di don Rinaldo dell'8 settembre 2019 - Per Anno XXIII (Anno C)

Domenica scorsa il Siracide ci invitava a essere grandi per la strada dell’umiltà e a essere umili per fare cose grandi. Oggi il brano della Sapienza termina dicendoci: “Gli uomini furono ammaestrati in ciò che è gradito a Dio”. Quindi tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e Dio esiste un inscindibile nesso di causa ed effetto. L’uomo è l’effetto voluto da Dio. Dio ne è la sua causa prima e unica.

È piccolo l’uomo in sé, di fronte al suo Creatore. Ma Dio lo ha voluto in crescita, capace di relazione, predisposto al dialogo, proteso a superare, con la conoscenza, la prigione della sua ignoranza, naturalmente assetato di Dio fin quasi a sfidarlo.

Dio, come per un dolcissimo gioco, stimola l’uomo alla sfida, perché vuole che l’uomo, con la sua intelligenza, illuminata dalla sapienza, raggiunga il suo Creatore, il suo Interlocutore, fino ad arrivare ad essergli simile ed a condividerne le delizie.

L’uomo, pur ontologicamente piccolo, è, però, per volontà di Dio, capace di tendere all’infinito. Infatti può pensare, ragionare, svelarsi, crescere, risalire alle sue origini, bussare alle porte delle sorgenti della vita. Arrivato lassù, si sente chiamare per nome e si sente dire con affetto: “Figliolo, ascolta!” Dio gli parla, come un padre al figlio, gli fa scuola di umanità. Più ascolta Dio e più i sentieri tortuosi si raddrizzano e diventano strade di civiltà a tutto tondo. 

Quando l’uomo si sentirà realizzato? Quando, con il dono della sua intelligenza, avrà raggiunto la divina sapienza (che gli dirà che solo conoscendo e credendo in Dio la si può raggiungere), allora l’uomo potrà realizzare le imprese e le politiche capaci di tracciare strade che avvicinano tra loro i popoli diversi, stimolandoli a costruire con sapienza civiltà di salvezza.

È con questa chiave che dobbiamo ora passare dal Siracide a Gesù. Tutto e tutti, se vogliamo realizzarci, dobbiamo fondarci sul primo dei comandamenti, che dice: “Ascolta o uomo, io sono il tuo Dio. Tu non avrai altri dei all’infuori di me”.

Purtroppo oggi abbiamo perso la sensibilità religiosa di tale primato, devastandolo. Per questo ci meravigliamo che ci venga richiamato così prepotentemente. Ma ci dobbiamo rendere conto che tutti i mali dell’uomo sono partiti da lì: nell’aver messo l’uomo, con i suoi interessi, al di sopra dell’unico vero Dio.

Rotto l’equilibrio ‘uomo-Dio’, tutto ritorna squilibrato. Ecco perché Gesù, il mite e l’umile di cuore, quando vuole ricreare l’ordine universale, ricorre a parole forti. Se, con la mente e con il cuore, professeremo con gioia il ritrovato primato morale, torneranno a brillare, come stelle, tutti gli altri rapporti umani, come la vita, ogni vita, la famiglia, le amicizie, il lavoro, il benessere sociale, morale, spirituale. Onorato lo Sposo divino, anche madre Terra. verrà divinamente rispettata, amata, esaltata…

don Rinaldo Sommacal