Omelie
Omelia di don Rinaldo dell'11 agosto 2019 - Per Anno XIX (Anno C)
Il libro della Sapienza fa memoria dell’intervento prodigioso di Dio, che liberò il Suo popolo dalla schiavitù faraonica. Dialogando con il Signore, il saggio veggente dice: “La notte della liberazione, desti al tuo popolo una colonna di fuoco come guida in un viaggio sconosciuto. La situazione storica a cui si riferisce il brano, è la triste condizione di schiavitù in cui venne a trovarsi in Egitto il popolo ebreo e dalla quale lo liberò la ‘mano forte di Dio’.
La schiavitù viene paragonata alla notte. Per permettere agli schiavi di lasciare la notte dell’Egitto e non essere sopraffatti dal potere delle tenebre del potente esercito del Faraone, il Dio di Abramo che da Mosè si fa chiamare IO SONO, cosa fece? Si rese presente attraverso una nube che si frappose tra i fuggiaschi e gli inseguitori. Per gli ebrei era ‘colonna di fuoco’ che illuminava la strada. Per gli egiziani era caliginosa e tenebrosa, impedendone il cammino.
Questo episodio ci permette di spaziare su una visione universale dell’uomo sulla terra e sul suo brancolare nelle tenebre. L’uomo, senza Dio, vive una vita opaca. Lo sa Dio, che ha fatto l’uomo per la luce. L’uomo, chiede luce dalla Luce. Luce è uno dei nomi di Dio.
Dio sa che l’uomo, che non è sole, ha bisogno del dono della luce. Solo allora sarà un vero satellite di Dio. Sarà luce per sé, per gli altri e con gli altri. Ecco allora fare il suo ingresso nella storia dell’uomo la necessaria, indispensabile, insostituibile alleanza con Dio.
Come chiamarlo questo rapporto cosciente, libero, gioioso con Dio, destinato a crescere di generazione in generazione? Rapporto che permette all’uomo di capire sempre più il vero e il bello, di progredire e di avvicinare la terra all’immagine del paradiso, nella certezza di poter passare dal tempo all’eternità.
Ce lo dice con bellezza e coraggio il brano tratto dalla lettera agli Ebrei. Il suo nome è FEDE.
È il dono di Dio all’uomo. È un dono condizionato dalla libertà dell’uomo. Dio si dona. Si dona a tutti, per tutti Dio c’è. Viene nel tempo e viene nei tempi e nei modi più opportuni. Ognuno di noi deve individuare la sua strada, la sua disponibilità, il suo libero andare al Dio che viene. Che viene, con il proprio dono. Chiunque sia, ovunque sia, la singola persona è chiamata ad entrare in rapporto personale con Dio, il vero Dio, che, per quanti nomi gli si dia, è sempre e solo il vero Dio, l’unico, il nostro vero Dio, che amabilmente ci ripete: “Non avrai altro Dio all’infuori di me”.
Ma noi, visitati da Gesù, il figlio di Dio, siamo passati dalla colonna di fuoco, che è presente in ogni atto di fede, alla religione rivelata da Gesù, che ci ha fatto passare dalla pura religione intellettuale, alla condivisione del proprio essere umano e divino, diventando Dio con noi e noi con Dio. Dio c’è.
Dio bussa. Ci chiama per nome. E noi? (Dove eravamo allora, quando Lui bussava? Interrogativo caro al nostro concittadino, Dino Buzzati).
don Rinaldo Sommacal