Omelie

Omelia di don Rinaldo del 4 agosto 2019 - Per Anno XVIII (Anno C)

  • Stampa

Un duello tra culture ci viene proposto dalla liturgia odierna. Culture tra loro in contrasto, fin tanto che non vengano mediate dalla Incarnazione, che porta Dio all’uomo e innalza l’uomo a Dio. Le due contrapposte visioni della vita sono proclamate: la prima dal brano di Qoelet e dalla parabola evangelica; la seconda dall’apostolo Paolo nella lettera ai Colossesi.

Sentiamo per prima la tesi, su cui si fonda anche la gran parte della cultura odierna, che innalza la ricchezza economica a divinità. La scandisce Gesù narrando una parabola. La tesi del ricco è questa: “Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi, datti alla gioia”. Senza tema di essere smentiti, possiamo affermare che questa è la filosofia che sta alla radice di gran parte della nostra cultura occidentale, la nostra cultura. Si arriva a giudicare la bontà o il fallimento di un governo, non importa quale, solo se nelle tasche dei cittadini è entrata più o meno ricchezza. I veri puniti dalle politiche dell’egoismo sono i più povere che non riescono a far valere i loro sacrosanti diritti e sono facilmente perseguibili dai loro doveri contributivi.

È scandalo che alcuni, che risultano nullatenenti al fisco, navighino su barche di gran lusso. Ma quale sarà la conclusione finale di questo corrotto e immorale sistema di cose? Ce lo dice Gesù con la parabola che abbiamo appena ascoltata: “Stolto, questa notte stessa ti sarà chiesta la tua vita. E quello che hai accumulato di chi sarà?”.

Guai se la vita su questa terra si riducesse a questa visione. Sfoderiamo, allora, la vera morale che deve essere la guida sicura al benessere legittimo, doveroso e giustamente ben distribuito. Quale è il segreto insito in natura che permette alle ricchezze di non essere una maledizione, ma una grande benedizione? Lo afferma l’apostolo Paolo che così esorta gli abitanti di Colossi: “Cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio Padre”. Ecco ciò che manca a tante politiche amministrative: la legge morale, il cui autore unico è lassù, è il Dio di Gesù Cristo. 

Dio, che è l’autore di tutte le cose, non è contro il benessere, anzi! Dio è contro chi sottrae il giusto benessere agli altri, per arricchire solo se stessi. Dio deve essere ascoltato e obbedito da tutti. La giustizia non è di destra né di sinistra. È giusta e basta. Per permettere ai beni della terra di essere purificati, Dio ha mandato a noi il Figlio suo.

Gesù ha portato la legge della carità che rende buono ogni bene e sacrilego l’abuso della ricchezza, per soli interessi privati. Dio e mondo, umanesimo e cristianesimo, benessere materiale e spirituale, …sono alcuni binomi inscindibili che scandiscono il concetto del benessere cristiano a trecentosessanta gradi.

Se è l’egoismo a governare la ricchezza, siamo certi che tutto è vanità. Ma se è l’altruismo evangelico a guidare ogni politica, ogni politica potrà essere definita ‘strada santa’. 

don Rinaldo Sommacal