Omelie
Omelia di don Rinaldo del 26 maggio 2019 - Pasqua VI (Anno C)
È prezioso e illuminante il brano tratto da Atti degli Apostoli che narra fedelmente la vita della Chiesa nascente di Gerusalemme e delle varie prime Chiese Locali, via via fondate dalla predicazione degli apostoli e di san Paolo in particolare. Dopo i primi momenti idilliaci, nei quali sembrava perfino gioioso subire il martirio per Cristo, all’interno delle diverse Comunità Cristiane nacquero ben presto accese discussioni dottrinali e pastorali.
L’Antico Testamento si fondava prevalentemente sulla Legge. Questo aveva generato prassi e tradizioni ferree di immobilismo. Invece il messaggio di Gesù liberava l’uomo dalla schiavitù della legge in favore della libertà dei figli di Dio e della loro creatività. Questo passaggio non fu indolore. Paolo apostolo predicò, fin dall’inizio, che la salvezza non viene dalla sottomissione alla legge, ma dalla persona di Gesù, accolto con libertà e seguito con convinzione amorosa.
La prima Comunità si divise in due: chi con Paolo e chi contro di lui. Ed ecco sbocciare la grade novità per la storia della Chiesa: ogni possibile difficoltà dottrinale e pastorale non va risolta in base alla maggioranza, ma alla luce della volontà di Cristo, che si esprime attraverso l’autorità degli apostoli, a loro volta illuminati e guidati dallo Spirito Santo che Gesù promise e inviò in modo permanente sulla sua Chiesa.
Così parlò e parla la Chiesa docente, quando deve proclamare infallibilmente la sua dottrina: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi…”. Quanto ora udito e affermato è garanzia di verità.
Dodici furono le tribù del primo popolo di Dio e dodici sono e saranno le colonne apostoliche su cui Gesù fonda la sua Chiesa. Ma i cittadini che vi entreranno non si fermeranno alle dodici tribù di Israele. Verranno da nord e da sud, da est e ovest, da tutto il mondo. Quale sarà la porta d’ingresso attraverso la quale una persona qualsiasi, di qualsiasi popolo e razza e altra religione appartenga si farà da pagano a cristiano, da uomo a figlio di Dio, da salvando a salvato?
Unica è la porta d’ingresso alla salvezza: Gesù Cristo. Ma non tutti lo conoscono. Ecco l’urgenza di predicatori di Gesù Cristo. Ma ancora non tutti riusciranno a conoscere l’Emmanuele, il Gesù Dio e uomo. Ecco allora il Cristo anonimo che, sulle strade dell’onestà, della coscienza pura, della morale, della retta ragione…, arriva a tutti e tutti invita a vivere il suo precetto che salva prima ancora di averlo incontrato, conosciuto, accolto. Il precetto universale e unico che fa diventare cristiani anonimi e salva tutti è il precetto che ha guidato il Figlio di Dio a farsi uomo in ogni uomo e a dare la sua vita anche a chi non lo conosce, ma lo cerca sulle strade dell’onestà.
Chi si può vantare di essere in una religione come la nostra?
don Rinaldo Sommacal