Omelie

Omelia di don Rinaldo del 19 maggio 2019 - Pasqua V (Anno C)

Cime luminose e panorami invitanti ci offrono le tre letture. Coglieremo da ognuna di loro un raggio di verità. L’andare, il predicare il vangelo, il conferire i sacramenti, il fondare comunità, il consacrare presbiteri, il ritornare alla Chiesa Madre e il riferire i frutti della missione…, questa era la prassi pastorale degli apostoli di Gesù e dei primi cristiani. È un modello sempre attuale, anche se ci possono essere prassi pastorali diverse. L’essenza del cristianesimo consiste nell’accogliere la Parola di Dio, rinascere figli di Dio con il battesimo, comportarci di conseguenza da persone che hanno accolto la chiamata alla santità, ricevendone i mezzi per realizzarla, migliorando la qualifica di cittadini del mondo.

Essere cristiani non è un fatto privato. Il cristiano scopre che tutto è dono e che il dono si realizza solo se si fa dono, anzi se si centuplica. Il cristianesimo è un dinamico patrimonio di grazia, fondato sul dare e ricevere, sul ricevere e dare. Se ciò avvenisse, i frutti si vedrebbero immediatamente nei diversi campi: spirituale, morale, culturale, sociale, economico, anche politico… Tra cristiani le diversità non sono date per il combattimento e la sopraffazione, ma per provocare la provvidenziale moltiplicazione dei pani e dei pesci, cioè dei valori e dei servizi. Questo è il messaggio che il cristianesimo deve accogliere e trasmettere all’umanesimo che, a sua volta si temporalizza, in modo autonomo, in strutture e servizi sociali di tutti i generi. 

Quando il cristianesimo è vissuto integralmente si avvera quello che Apocalisse profetizza. Dio, che nulla toglie e tutto dona, benedice la libertà, l’intraprendenza, l’inventiva, la laboriosità. Dio non è mai contro l’uomo. L’uomo sappia che Dio gli è fortemente e sempre favorevole. Quindi l’uomo non vada mai contro Dio, non ascolti i cattivi consiglieri o i profeti della menzogna. Dio è con tutti. Anche gli uomini siano tutti con Dio. Quando gli uomini sono tutti con Dio, sono in pace tra di loro.

A questo punto fa il suo ingresso solenne, unico su tutti, il principe dei comandamenti. Ascoltiamolo dalla bocca di Colui che fa quello che dice, Gesù. “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli”. Parole che non hanno bisogno di commenti, ma solo di ascolto profondo, che penetra la mente, il cuore, le viscere, tutto l’essere della singola persona, della Chiesa, dell’umanità.

Prima di dirlo agli altri, ognuno lo ascolti per sé. La Chiesa, che oggi è la bocca di Gesù Cristo, abbia il coraggio di dirlo a tutti, ai cristiani in primo luogo, ma anche a ogni uomo di buona volontà. Chi salverà il mondo? L’amore fraterno. 

don Rinaldo Sommacal