Omelie

Omelia di don Rinaldo del 7 aprile 2019 - Quaresima V (Anno C)

Oggi l’impatto con la Parola di Dio è sorprendentemente bello. Promette un futuro entusiasmante. Per mezzo del profeta Isaia, Dio ci dice: “Ecco faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia. Aprirò una strada nel deserto e immetterò fiumi nella steppa”. Parole piene di un futuro che sgominerà i nemici della nostra vita.

Quali? Spesso sono tutte quelle notizie, quelle proposte, quelle azioni, quelle culture, benevoli apparentemente, ma, che in realtà, diffondono squallore, pessimismo, scoraggiamento, fino alla disperazione tra i più fragili. Questo pessimismo serpeggia ovunque. Anzi, sembra trovare clima favorevole anche nella nostra terra, peraltro così baciata dalla bellezza.

Fragile è la psicologia degli adolescenti, dei giovani. Cosa fanno e dicono certi strumenti di conduzione di massa? Ipocritamente dicono di informare, subdolamente invece minano la speranza, uccidono la fiducia, storcono la verità, agitano le acque, lanciano sospetti, sbeffeggiano l’autorità legittima, diffondono il dubbio sistematico, indicano paradisi artificiali e bugiardi… Chi sarà in grado di scendere entro questo inquinato Mar Rosso e purificarlo dalle sue negatività? Isaia lo profetizza. Gesù lo ha eseguito.

Usando un infelice, ma spero efficace esempio, dico che Gesù è il filtro che purifica l’intera umanità inquinata. Per assumere tutta la nostra umanità, peccato compreso, scese nel fiume Giordano, il battistero della rinascita: vi entrò il primo Adamo, ne uscì l’umanità divinizzata in Cristo, figlio di Dio. Davanti a questa ‘cosa nuova’, operata da Gesù, l’apostolo Paolo esclama: “Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Gesù Cristo, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura”.

Ciò che degrada l’uomo è solo ‘spazzatura’, solo’perdita’. Ma non sempre il degrado morale dell’uomo appare tale, soprattutto perché presentato come presentato oggi, in modo assordante, come la ‘terra promessa’, la felicità alla portata di tutti. C’è una aperta sfida tra le due cose, l’una promessa dalla civiltà dei consumi e l’altra che è la civiltà del Vangelo di Gesù Cristo.

La civiltà dei consumi è stata pensata e lo è tutt’ora, come quel prodotto, certamente seducente e buono; ti fa pensare che in quel prodotto c’è quello che tu stavi e stai cercando. Si entra nella logica del passaggio tra un prodotto e un altro. Passaggio sempre più veloce, poiché ogni prodotto ha i suoi tempi tecnicamente segnati.

Il Vangelo, invece ti propone di rinunciare, per ‘guadagnare Cristo’. Cristo, che è l’autore di tutto ciò che esiste, ti insegnerà anche la strada che porta alle cose, all’inventiva, al progresso, ma senza idolatrare l’oggetto delle tue concupiscenze, bensì per usarlo per il raggiungimento di quella ‘cosa nuova’ che non si consuma. Anzi cresce, che è l’amore vero, l’amore per Dio, per il prossimo e per te stesso. Non uccidendo il peccatore si loda Dio, e si ripara la colpa.

Per non ucciderci gli uni gli altri, poiché tutti peccatori, andiamo alla scuola di Gesù, la cosa veramente nuova. 

don Rinaldo Sommacal