Omelie

Omelia di don Rinaldo del 31 marzo 2019 - Quaresima IV (Anno C)

Pasqua si avvicina. Viene da molto lontano. Per gli ebrei la Pasqua (che significa passaggio) nacque con il passaggio del mar Rosso, evento che segnò la fine della loro schiavitù e l’inizio di una vita nuova nella libertà. Per i cristiani, Pasqua è sì un passaggio, una grande liberazione dalla schiavitù alla libertà, ma non da una tirannia terrena a una indipendenza politica. La Pasqua, nata da un evento storico ai tempi di Mosè, per mezzo di Gesù, l’atteso Messia, divenne un planetario evento salvifico.

Gli ebrei attendevano per Messia un liberatore politico. Invece Gesù, il Messia, predicò una liberazione spirituale e morale. Terribile fu lo scontro tra la Pasqua di Gesù e le aspettative messianiche dei capi religiosi del popolo ebreo. Una delle grandi accuse che gli scribi e i farisei, suoi antagonisti, gli mossero fu: “Costui (Gesù) riceve i peccatori e mangia con loro”. Gesù risponderà loro in mille modi, e, in modo insuperabile, con la parabola del “figliol prodigo” o del “Padre misericordioso”, come oggi la si preferisce chiamare.

Gesù predica l’avvento della nuova Pasqua che si fonda su due passaggi fondamentali: la necessità della conversione di chi sbaglia volontariamente, sapendo che di errori ne commettiamo tutti; e la libera scelta di perdonare le offese ricevute. “Facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita”.

Lo scopo della Pasqua è la risurrezione finale: che ogni uomo di buona volontà, da qualsiasi situazione sbagliata esca, possa sentire Dio Padre dirgli: “Eri morto e sei tornato in vita” e udire Gesù, il nuovo Messia, dire al peccatore pentito: “Oggi stesso sarai con me in Paradiso!”.

Ecco qualcosa di certo della Pasqua cristiana: non è un impero politico, ma una perenne liberazione dal dominio del peccato, del male, del negativo… che, con la mediazione di Gesù Cristo, ci porta alla conversione e al perdono. La Pasqua cristiana non è distruzione e morte, ma la ricostruzione della salvezza universale offerta da Dio ad ogni popolo e nazione, ad ogni singola persona, anche la più dimenticata o strapazzata dai suoi simili.

Pasqua: è la risurrezione universale nella risurrezione di Cristo; è la libera adesione di ogni uomo a Cristo risorto e alla divina Famiglia a cui partecipiamo. Gesù, come Dio, è colui che liberamente si fa il peccato del mondo, per riparare ed espiare in continuazione per distruggere così ogni nostra colpa nota o nascosta, ma ammessa.

Nessuno è dimenticato dalla Pasqua di Cristo. Accogliamo dunque, l’invito di entrare nella vittoriosa e universale Pasqua del Risorto. Qual è la porta d’ingresso? La fede gioiosa e i sacramenti, in particolare, il sacramento della riconciliazione e del perdono.

don Rinaldo Sommacal