Omelie

Omelia di don Rinaldo del 17 marzo 2019 - Quaresima II (Anno C)

C’è grande movimento oggi nella Parola di Dio. "Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda il cielo e conta le stelle»". “Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare”. Paolo apostolo a tutti ricorda che “la nostra patria è nei cieli”. Il movimento che la Parola di Dio ci propone, a livello individuale, familiare, comunitario, di popolo…, è un cammino interiore, spirituale, profondo, capace di far girare pagina, di rovesciare il guanto, di cambiare radicalmente il modo di pensare, quindi di vivere.

C’è troppo grigiore attorno a noi e dentro di noi. L’impressionante inquinamento atmosferico visibile e quantificabile, è solo l’immagine di un inquinamento ben più preoccupante che è il torpore degli spiriti, l’agonia degli ideali, il livellamento della morale, il “fan tutti così”, il “che male c’è?”… C’è nebbia anche circa l’identità della persona umana. Tra gli uomini di cultura c’è paura di parlare apertamente di Dio, dell’origine soprannaturale dell’uomo, del suo fine ultimo… C’è un lavorio sotterraneo che tende a oscurare ogni riferimento a Dio, al religioso…

Da un paese africano, bagnato dal Mediterraneo, il ’mare nostrum’, c’è chi ci sente e ci ascolta tutti i giorni attraverso i mezzi della comunicazione. Un capo islamista affidò a un giornalista italiano questa intervista. Disse: “Le vostre radio nazionali, le vostre televisioni pubbliche non parlano mai di Dio. Sembra che voi siate una civiltà senza fede”.

È inquietante questa opinione che molti popoli hanno nei nostri confronti. È legittimo criticare tale opinione, ma contemporaneamente guardarci allo specchio, riscontrando gravi lacune nel nostro essere cristiani a tutti i livelli. Per esempio: noi italiani, in gran parte cristiani, non ci vergogniamo di bestemmiare Dio pubblicamente, ma ci vergogniamo di proclamarlo come l’unico vero Dio.

Urge lasciarci condurre fuori da questo clima inquinato di scetticismo, di rispetto umano, di ignoranza religiosa, di amoralità negli affari, di relativismo circa i valori supremi. Dobbiamo tornare a ‘riveder le stelle’, che sono le nostre verità metafisiche e teologiche, l’immenso patrimonio della nostra fede cristiana, le finalità intrinseche della nostra natura umana, è Dio l'alto monte su cui ci sta portando Gesù. Lassù scopriamo quanto sia alta anche la statura dell'uomo.

Solo in Dio l'uomo scopre se stesso, la sua vera e nobile natura. Ce lo dicono Mosè ed Elia che, ai loro giorni, dovettero difendere l'esistenza e il primato di Dio dall'irrompere degli idoli costruiti ed inventati dall'uomo. Vuoi vedere che l'uomo, che doveva essere la voce universale del ringraziamento a Dio, finirà per dire: "Dio non c'è"? 

Per immensa fortuna noi abbiamo il privilegio di vedere Dio per mezzo di Gesù. Dio Padre così ci dice: "Ascoltatelo, è mio Figlio". E Gesù, a chi gli crede, dice: "Sì, Dio c'è, è mio Padre, è tuo Padre, è Padre nostro".

don Rinaldo Sommacal