Omelie

Omelia di don Rinaldo del 24 febbraio 2019 - Per Anno VII (Anno C)

Per parlarci di pace, frutto dell’amore e per parlarci della necessità di amare, le sacre Scritture non esitano dirlo anche attraverso le guerre fratricide, attraverso le ingratitudini e le malvagità di quanti tentano di inquinare l’amore con l’arma dell’odio. 

È quello che cerca di fare il brano di Samuele che scende a descrivere, non un confronto bellico tra popoli vicini, consuetudine in quei tempi, ma una lotta in famiglia, tra il re Saul e il suo genero e successore Davide. Saul è il simbolo degli errori commessi lucidamente da chi è al potere e, perché al potere, pensa di aver sempre ragione, anche e soprattutto quando ha torto. Davide, il giovane pulito, prescelto da Dio a succedere a Saul, è il simbolo di come dovrà essere il potere di un uomo per gli uomini.

Saul per gelosia perseguita Davide e confida nella forza dei soldati. Davide ripone la sua fiducia in Dio che lo ha scelto e lo guida con la forza della saggezza, senza cercare vendetta. Saul è l’eterno Golia, che crede di risolvere i suoi problemi confidando nelle armi e nella forza fisica. Davide è colui che si arma con le piccole, ma potenti pietre dell’intelligenza, della retta coscienza, della fede, dell’amore verso Dio e verso il prossimo, nemici compresi.

Se per qualche tempo l’odio armato sembra cantare vittoria, alla distanza il potere dell’innocenza, della saggezza, della giustizia e dell’amore misericordioso ha il sopravvento. La più alta delle vittorie sta nel perdono di Davide e nel sincero, anche se momentaneo, pentimento del suo persecutore.

La vicenda tra Saul e Davide richiama, come fa la seconda lettura, la grande sfida che attraversa l’umanità dalle sue origini alla sua conclusione, tra Adamo e Gesù. Adamo, come Saul, ripose nella sua ambizione ogni fiducia e rigettò l’alleanza d’amore propostagli da Dio nel giardino dell’Eden. L’inimicizia con Dio portò inimicizia nella stessa casa di Adamo: Caino, per gelosia uccise Abele. È quello che tenta di fare Saul.

Cosa fece Gesù, il discendente di Davide? Prese lo stesso corpo di Adamo, ma vi immise uno spirito nuovo, uno spirito di vita, uno spirito di amore, per cui il primo Adamo, tratto dalla terra, per mezzo di Gesù ricevette “l’immagine dell’uomo celeste”. Sono concetti altissimi difficilmente traducibili con parole umane, ma che con l’aiuto dello Spirito Santo, ognuno di noi può raggiungere e intuire.

Fin quando ragioniamo e ci comportiamo come uomini terresti, predomina in noi la legge dell’egoismo, per cui siamo portati ad aver sempre ragione e di vedere in chi non la pensa come noi, degli avversari, dei nemici.

Ma noi siamo cristiani. Non dimentichiamo che siamo usciti dal fonte battesimale trasformati da terrestri in celesti. Il cristiano ha superato la logica dell’uomo “fatto di terra”. La nostra è la logica dei figli di Dio. E Dio ha la logica dell’amore.

Il profeta dell’amore, ma anche l’agnello che, per l’amore verso gli uomini e verso Dio, non esitò ad immolarsi, è Gesù. Gesù fa un discorso chiarissimo, anche se duro per le nostre orecchie spesso più rivolte alla voce dell’uomo fatto di terra, che suggerisce: occhio per occhio, dente per dente.

Cosa insegna Gesù in tema di odio e di amore? Da Gesù l’odio è assolutamente bandito. Per liberare noi dall’odio, Gesù ne assorbe su di sé i nefasti misfatti e li distrugge con la forza onnipotente e  rigeneratrice dell’amore divino. Solo con l’amore di Dio l’uomo può superare e vincere l’odio. Per amore Dio ci donò Gesù, l’Agnello innocentissimo che si immolò al nostro posto, per distruggere il peccato del mondo.

Accogliendo Gesù e lasciandoci accogliere da Lui, con Lui riusciremo ad amare tutti e, per gradi, giungere anche a perdonare alle offese ricevute e dire a chi ci ha offeso: ti amo, quindi ti perdono. Solo la religione cristiana può dirci e può darci tanto.

don Rinaldo Sommacal