Omelie

Omelia di don Rinaldo del 20 gennaio 2019 - Per Anno II (Anno C)

Dio, Gesù Cristo e la Comunità cristiana sono i tre protagonisti di questa Liturgia della Parola. Il profeta Isaia, con un coraggio straordinario, che la storia premierà, scende in campo per cantare il rapporto speciale, affettivo, sponsale, del tutto gratuito, che corre tra Dio e Gerusalemme, quando Gerusalemme sta per "popolo di Dio" e popolo di Dio sta per l'umanità tutta intera. 

Isaia prevede che la Città santa, che il popolo di Dio, che l'umanità tutta, finalmente esca dai suoi innumerevoli mali, entrati nel mondo come conseguenze delle infedeltà morali ai divini voleri e, purificata dalle sue colpe, vada incontro al suo Dio. Affermato il primato di Dio, allora la giustizia di Dio scenderà, come fiume, tra gli uomini nelle loro individualità e nelle loro strutture di vita comunitaria; tutto risanerà e vivificherà. Sarà un bell'uomo, l'uomo che darà a Dio quello che è di Dio. Essere in pace con Dio significa scoprire chi è veramente Dio per l'uomo e chi è l'uomo nella sua intima natura.

Il miracolo che Gesù compì a Cana di Galilea, al di là di un provvidenziale intervento per superare un umiliante inconveniente per un banchetto di nozze, in realtà mette in evidenza quello che Isaia profetizzò. Gesù, benedicendo gli sposi, si presenta come lo sposo che in noi cerca la sua donna, per liberarla da ogni male, innalzarla a divinità, ornarla delle più grandi virtù umane come la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza, immergerla nella virtù teologale dell'amore e trovarsela davanti pronta per le nozze eterne.

Ed ecco che la sposa di Cristo, la Chiesa apostolica, la Comunità nata dalla risurrezione di Cristo, dimostra tutta la sua straordinaria ricchezza. Sua ricchezza non sono i beni materiali, ma i carismi del cuore e dello spirito, come insegna l'apostolo Paolo. Ogni persona umana riceve in abbondanza doni che devono diventare carismi, cioè, forze da mettere a disposizione per le necessità comuni. Sono forze le più varie, da quelle della predicazione e del governo, a quella del più umile dei servizi al più infimo dei bisogni. "Diversità di carismi" insiste Paolo, ma non per dividere. 

Ognuno ha i suoi personali carismi e tutti ne possiedono. Il prodigio per cui Cristo prega il Padre e lo Spirito Santo è all'opera è quello di portare tutti ad unità, ad un solo corpo. Allora saremo vincenti. Ma l'unità tra le Chiese è ancora un sogno lontano. E tra noi, al nostro interno, tra cristiano e cristiano, c'è unità?

don Rinaldo Sommacal